Ho sorpreso mia moglie con amico, ho trovato lui in Questura: non c'ho visto più

Benevento. La versione dell'ultratrentenne arrestato dalla Mobile. Rimesso in libertà

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Benevento.  

Ha ammesso di aver sbagliato, e per questo ha chiesto scusa. Sostenendo di non averci visto più quando, dopo aver sorpreso a casa la moglie ed il suo amico, se li è trovati di fronte, insieme, all'uscita dalla Questura. Difeso dall'avvocato Lucia Catalano, è stata questa la versione offerta al gip Loredana Camerlengo dall'ultratrentenne di Benevento arrestato dalla Mobile per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale e minacce.

L'uomo ha ricostruito a suo modo la vicenda per la quale è finito ai domiciliari, fissando come punto di partenza un rapporto già incrinato ed una lite scoppiata a Pasqua. Erano attesi dalla famiglia di lui, ma la coniuge aveva preferito tornare nella loro abitazione. L'indagato aveva invece rispettato l'invito, ma subito dopo aver pranzato era rientrato.

Ha affermato che, una volta aperta la porta, aveva dovuto fare i conti con una scena certamente non piacevole, lei in atteggiamenti intimi con un amico di famiglia. Inevitabile lo scontro e le urla, cui era seguita la decisione della donna di raggiungere la Questura per denunciarlo. L'ultratrentenne ha aggiunto di averla seguita e di aver notato, in via De Caro, l'auto dell'amico.

A quel punto, aveva chiesto, non riuscendoci, di poter accedere agli uffici. Era rimasto all'esterno e, quando si era accorto che i due, accompagnati da un poliziotto, stavano per risalire in macchina, li aveva avvicinati. La presenza del 'rivale' – ha spiegato- lo aveva mandato in tilt: lo aveva aggredito, colpendolo al volto, poi si era scagliato anche contro un ispettore che cercava di calmarlo. Ero talmente agitato che la pressione mi è salita tantissimo, tanto da rendere necessario l'intervento del 118, ha concluso.

Il suo legale ha chiesto di non adottare alcuna misura cautelare, come sollecitato dal Pm, poi la pronuncia del giudice (aggiornamento ore 14.40), che ha rimesso in libertà l'uomo non ritenendo sussistente il concreto pericolo di reiterazione dei reati.