Truffa sulle indennità di disoccupazione, il Pm chiede 12 anni per Tiso

Proposta la condanna anche di altre otto persone. A marzo le arringhe della difesa

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Benevento.  

Nove condanne. E' la conclusione alla quale è arrivata il pm Maria Gabriella Di Lauro con la sua requisitoria nel processo nato dall'inchiesta della guardia di finanza su una presunta truffa in materia di indennità di disoccupazione.

Queste, in particolare, le pene proposte dal Pm: 12 anni a Cosimo Tiso, 54 anni, di Sant'Angelo a Cupolo, 8 anni a Gaetano De Franco, 46 anni, di Benevento; 7 anni a Maria Rosaria Canu, 50 anni, di Sant'Angelo a Cupolo, Gabriella Musco, 46 anni, Pasqualino Pastore, 56 anni, Tullio Mucci, 49 anni, di Benevento, 6 anni a Maurizio Marro, 59 anni, 5 anni a Piergiuseppe Bordi, 43 anni, 4 anni e 6 mesi a Sergio Antonio Fiscante, 59 anni, anche loro della città.

Le accuse, a vario titolo, vanno dall'associazione per delinquere alla truffa aggravata ai danni dello Stato, ai reati tributari, al riciclaggio e all'autoriciclaggio. Una presunta organizzazione di cui viene ritenuto promotore e dominus Tiso,

Nel mirino è finito un reticolo di società, definite cartiere, che sarebbero servite da un lato per utilizzare ed emettere fatture per operazioni inesistenti e, dall'altro, adoperate per l'assunzione fittizia di personale, per consentire la percezione indebita di indennità di disoccupazione in seguito al licenziamento. Indennità “accreditate sui conti correnti accesi dai beneficiari e versate in tutto o in parte ai vertici” dell'associazione.

Un modus operandi che avrebbe consentito di creare crediti fittizi di imposta da compensare con i versamenti contributivi dovuti per le false assunzioni. Costi mai sostenuti, dunque, ma così sarebbero state gettate le basi per assumere un gran numero di dipendenti, per poi licenziarli e permettere loro di percepire le indennità. Ottantasei i beneficiari delle condotte contestate, le loro posizioni  sono  state  stralciate.

Il 25 marzo le arringhe dei difensori: gli avvocati Ettore Marcarelli, Antonio Leone, Federico Paolucci, Massimiliano Cornacchione, Mario Villani, Domenico Cristofaro, Mariateresa Del Ciampoe Vincenzo Fiume, poi la sentenza del Tribunale.

Nell'indagine, rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel gennaio del 2020 con l'esecuzione di una ordinanza, erano state coinvolte, come destinatarie di una richiesta di rinvio a giudizio, altre due persone: una ha patteggiato, l'altra è deceduta.