E' un dramma sconvolgente che si è consumato nei giorni scorsi nella nostra provincia. Una di quelle notizie terribili che lasciano di stucco, generando nell'opinione pubblica una incredulità che nel caso specifico è ancora maggiore.
Perchè, se la tragica scelta di togliersi la vita, nella convinzione che sia l'unica soluzione possibile, la sola risposta ad un malessere diventato evidentemente insopportabile, è di per sé sconcertante, lo è ancora di più quando a compierla è un giovane uomo che sarebbe rimasto schiacciato dalla paura per la grave malattia della moglie. La madre dei suoi figli in tenera età, ai quali un giorno bisognerà spiegare che il loro papà non ce l'ha fatta a tirare avanti, non ha retto l'idea di un futuro che gli è sembrato completamente buio.
Ha imboccato il tunnel della disperazione nella certezza che non ci sarebbe stata via d'uscita di fronte alla prospettiva di doverlo purtroppo percorrere un giorno, nella peggiore delle ipotesi, da solo e con i suoi bambini, e senza colei che glieli ha donati. Nessun giudizio, ci mancherebbe, solo il rispetto e la pietà per tanto dolore, ma come si fa a non interrogarsi sul destino che attende i più piccoli?
Vittime innocenti di un incubo che si può capire fino in fondo soltanto finendoci dentro mani e piedi. La lucidità si affievolisce, tutto diventa inutile all'improvviso, niente conta più quando una malattia promette purtroppo di portarti via la compagna di vita, con la quale hai fatto mille progetti che in un attimo vengono spazzati via. Non è la prima volta che capita, non sarà l'ultima, maledizione.
Nel frattempo, però, sperando che non sia così, non può essere quella la chiave di interpretazione della nuova e sconvolgente realtà che fa capolino, devastandola, in una esistenza. Ci sono i figli, nei loro confronti abbiamo un dovere di responsabilità che, seppure respirando a fatica e mentre il cuore batte all'impazzata, dobbiamo esercitare.
Non possiamo lasciarli soli. Perchè loro non hanno alcuna colpa per le nostre fragilità.