Don Nicola, da pc e cellulare la 'verità' sulle sue parole per le foto e i video

A Napoli gli accertamenti tecnici

don nicola da pc e cellulare la verita sulle sue parole per le foto e i video
Benevento.  

E' un appuntamento molto importante per gli sviluppi dell'inchiesta, ma soprattutto per don Nicola De Blasio. E' quello di questa mattina a Napoli, presso gli uffici del Compartimento della polizia postale della Campania, dove, su decisione della Procura di Napoli, alla quale gli atti sono stati trasmessi per competenza, sarà effettuata una copia forense del contenuto dei due computer e dello smartphone sequestrati durante una perquisizione ordinata dalla Procura di Torino all'ex parroco di San Modesto e direttore della Caritas, da diciassette giorni agli arresti domiciliari per detenzione di materiale pedopornografico.

L'acquisizione, nel contraddittorio tra le parti, di ciò che gli apparecchi custodiscono permetterà di individuare il percorso dei file e dei video, l'epoca in cui sono stati scaricati e l'eventuale successivo uso. Operazioni per le quali gli avvocati Massimiliano Cornacchione ed Alessandro Cefalo, che difendono il prete, hanno nominato l'ingegnere napoletano Gennaro Annunziata.

I risultati del lavoro non incideranno sull'ipotesi di reato contestata – la detenzione, che resta comunque-, ma saranno fondamentali per riscontrare le parole di don Nicola durante l'udienza di convalida dell'arresto, quando aveva affermato di aver scaricato quella roba tra il 2015 ed il 2016 con l'intenzione di avviare una campagna esplorativa sul fenomeno della pedopornografia nel mondo ecclesiastico. Un'attività interrotta quando si era reso conto che non era legale. Da quel momento in poi, dunque, a suo dire, file e video erano rimasti lì, nell'hard disk di un pc portatile non funzionante, senza mai essere visualizzati, messi in rete o scambiati con chicchessia.

Una tesi “allo stato non dimostrata”, aveva spiegato il gip Gelsomina Palmieri nel motivare la scelta della custodia cautelare ai domiciliari, che adesso attende però una risposta dagli accertamenti tecnici. Un indagato può ovviamente sostenere qualsiasi cosa a suo discarico, e vale anche per don Nicola.

Anche se è evidentissimo che la conferma o meno della versione offerta sull'origine ed il destino di quel materiale non sarebbe la stessa cosa per un uomo che indossa l'abito talare. Nel primo caso si tradurrebbe in un riflesso positivo per la sua credibilità, nell'altro dell'aumento delle nubi che si sono addensate sulla sua figura, offuscandola inevitabilmente.