Passa il tempo e il Governo non decide: la campagna vaccinale si arena

L'intervento dell'avvocato Gino De Pietro.

passa il tempo e il governo non decide la campagna vaccinale si arena
Benevento.  

Riceviamo e pubblichiamo una riflessione dell'avvocato Gino De Pietro.

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"E’ passata più di una settimana dall’appello del Presidente della Repubblica sul dovere di vaccinarsi e dalla decise prese di posizione di Confindustria, di parte del sindacato e perfino del Pontefice, mentre la campagna vaccinale rallenta fino ad arenarsi.

Una volta ottenute adeguate forniture di vaccini, nel corso del mese di giugno, la campagna ha raggiunto un picco di somministrazioni superiori a 600.000 dosi giornaliere. Tale cifra, allo stato, rappresenta la massima capacità vaccinale del paese.

Dalla seconda decade di agosto le dosi giornaliere somministrate non hanno mai raggiunto la cifra di 300.000 – che è meno della metà della capacità vaccinale massima – e nei giorni intorno a ferragosto il picco negativo è arrivato a meno di 100.000 dosi giornaliere.

In venti giorni, in media, si sono perse così più di 6.000.000 di possibili somministrazioni, pari a circa il 10% della popolazione residente in Italia.

Se avessimo conservato il ritmo virtuoso di vaccinazioni raggiunto a giugno, oggi il paese, mentre va a cominciare il mese di settembre, con le riaperture generalizzate ed il ritorno alla vita ordinaria, sarebbe più vicino, e non di poco, all’obiettivo di ogni campagna vaccinale che è l’immunità di gregge.

Infatti, i dati aggiornati al 27 agosto dicono che sono state somministrate 76.493.946 dosi di vaccino e che risultano completamente vaccinate 37.046.307 persone, pari al 62,5% della popolazione, cui si aggiungono 4.987.820 di persone, pari all’8,4% della popolazione, che hanno assunto la prima dose.

Aggiungendo 6.000.000 somministrazioni a questi dati e suddividendole in prime e seconde dosi avremmo oltre 40.000.000 di persone completamente vaccinate e quasi 5.300.000 persone in attesa della seconda dose.

Oggi avremmo il 68% circa della popolazione già completamente vaccinata con la certezza di arrivare, nella prima o seconda decade di settembre, a quasi il 77% di persone completamente vaccinate e la totalità o almeno una parte considerevole del resto della popolazione vaccinabile in attesa della seconda dose: un risultato eccellente che avrebbe migliorato notevolmente la situazione rendendo più sicura la salute pubblica e la ripresa economica e di tutte le attività ordinarie: scuola, università, vita culturale e sociale.

Nell’unico paese dove si è completato da qualche tempo il secondo ciclo vaccinale, Israele, è stata già iniziata la campagna per la terza dose al fine di evitare che le varianti nel frattempo sviluppatesi possano nuovamente minacciare la normale vita dei cittadini.

Questo dovrebbe spingere i paesi che non l’hanno ancora fatto a completare la campagna con la doppia dose al più presto, onde porsi in condizioni di affrontare l’eventualità, che si presenta sempre meno remota e più probabile, di dover aprire la campagna per la terza dose, con altri 50.000.000 di dosi di vaccino da somministrare che, data la capacità vaccinale media attuale che si aggira a circa 500.000 dosi giornaliere, richiederebbe almeno 100 giorni lavorativi pieni e cioè, tenuto conto di tutto, circa quattro mesi dal momento dell’inizio della campagna.

Se si considera che le agenzie competenti stanno vagliando la possibilità di vaccinare anche gli infradodicenni e che è probabile che a breve sia possibile procedere in tal senso, la platea dei vaccinabili andrebbe a coincidere con l’intera popolazione eccettuati i soli soggetti non vaccinabili per specifiche patologie o condizioni di grave fragilità avvicinandosi alla cifra di non meno di 58.000.000 di persone.

Dai dati pubblicati il 28 agosto risulta che ci sono circa 10.000.000 di dosi inutilizzate e non si prevedono tagli nelle forniture per cui il problema della mancanza di dosi è stato definitivamente superato.

Nel frattempo il vaccino Pfizer ha ottenuto l’approvazione definitiva. Per tutti i vaccini, si può dire che le oltre 4 miliardi e mezzo di dosi somministrate nel mondo complessivamente logicamente dovrebbero rappresentare per le persone ragionevoli una più che sufficiente sperimentazione.

La Sicilia, trascorsa la settimana di Ferragosto, è passata in zona gialla e ci sono almeno altre due regioni che rischiano tale collocazione a breve. I ricoverati aumentano – attualmente sono 4.114 - e anche le persone che hanno bisogno della terapia intensiva – 511. Ci sono 133.493 persone in isolamento domiciliare. Ciò significa cha la diffusione del virus, a causa della variante delta, come ampiamente spiegato dagli esperti, non si arresta ancora e rischia di aumentare con la ripresa di ogni attività normale a settembre.

Sono due anni che persone affette da varie patologie, a volte, gravi, non possono curarsi adeguatamente perché molti posti letto sono destinati a fronteggiare l’emergenza Covid, per cui costoro, a causa dell’indisponibilità di taluni a vaccinarsi, si vedono negato o comunque differito il diritto a cure adeguate.

L’insieme di tali elementi di fatto fa comprendere che, nonostante i tanti dati positivi e le autorevoli prese di posizione a favore del dovere di vaccinarsi, la campagna vaccinale, dal 9 agosto, è andata rallentando fino a quasi arenarsi, per cui l’unica vera, effettiva misura che può garantire il suo successo è l’obbligo vaccinale stabilito per legge, rispetto alla quale soluzione, purtroppo, il Governo e le forze politiche continuano a tergiversare e a prendere – e perdere – tempo che, in questo come in altri casi, è un fattore essenziale di successo e può fare la differenza tra un risultato positivo e un esito negativo.

Ad agosto, come risulta dai dati pubblicati, si sono persi venti giorni, quanto tempo ancora dovrà perdersi prima di assumere una decisione che la stragrande maggioranza della popolazione approverebbe incondizionatamente e che salvaguarderebbe anche il diritto alla salute e alla normalità della vita di tanti minorenni che altrimenti non verranno vaccinati per scelta degli adulti?

Nel frattempo, la continua estensione del green pass viene da taluni interpretata e vissuta come un’ingiustizia diretta contro la loro categoria, e rischia di dividere un paese già abbastanza frammentato e conflittuale. L’obbligo vaccinale eviterebbe anche tale rischio.

In ogni caso, si attende ancora il completamento (cioè il raggiungimento del 100%, eccettuati solo i soggetti motivatamente non vaccinabili) della vaccinazione del personale sanitario, del personale scolastico e del personale di ogni altro che svolga un’attività a contatto col pubblico perché non è ammissibile che la “libertà” di costoro possa minacciare la libertà e la salute degli altri. Senza andare troppo oltre, mi limiterei a invocare il sempre attuale Immanuel Kant.

Mi chiedo, infine, perché mai sia stato possibile imporre il coprifuoco, che ricorda i tempi più bui dell’ultimo conflitto mondiale; il lockdown totale, che ha imposto a milioni di persone per lungo tempo di non svolgere le loro attività economiche, sociali e culturali normali con gravi perdite economiche e sociali; la chiusura di scuole, università, musei, teatri, cinema e molte altre attività, con grave pregiudizio per l’istruzione e la cultura, mentre non sia possibile imporre ai riottosi di vaccinarsi, per lo stesso fine: la sanità e la vita pubblica.

Chissà se arriverà mai una risposta logica a questa domanda e non una semplice formula di propaganda".