Ti ricordi di me? Mi candido, conto su di te. Ma chi diavolo sei?

A proposito di elezioni

ti ricordi di me mi candido conto su di te ma chi diavolo sei
Benevento.  

L'idea non era particolarmente brillante, ma l'avevo messa in conto non avendone di migliori. Avevo deciso di scorrere a ritroso i comunicati stampa arrivati in queste settimane sulla posta elettronica, con l'obiettivo di estrapolare, per farne un collage magari un po' ironico, le frasi più interessanti contenute nelle dichiarazioni che le decine e decine di candidati – Dio mio, quanti saranno, alla fine? - hanno rilasciato, di iniziativa, nell'annunciare, urbi et orbi, la loro discesa in campo alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio comunale di Benevento.

Sarebbe stato simpatico, ma ho desistito. E non per scarsa voglia di lavorare, né perchè mi sono reso conto che avrei inevitabilmente urtato qualche suscettibilità. Chiunque abbia il coraggio, spesso l'incoscienza, di offrirsi al vaglio di coloro che si recheranno alle urne, merita ovviamente rispetto. Lo stesso che si deve a ciò che costoro declamano.

Il problema vero, quello che mi ha indotto ad accantonare l'intento iniziale, è la ripetitività monotona delle affermazioni incrociate, che, se nuovamente rilanciata, avrebbe inevitabilmente annoiato. Tutti sono animati, ci mancherebbe, dallo spirito di servizio, dalla volontà di mettere a disposizione della comunità, per migliorarne la condizione, la propria esperienza, la competenza che ognuno ritiene di possedere - un capitolo, quest'ultimo, molto spinoso- e l'entusiasmo dei neofiti, di chi si affaccia per la prima volta ad una competizione che si annuncia senza quartiere visto l'altissimo numero dei partecipanti.

Tutti hanno progetti che in qualche modo si somigliano, sono davvero pochissime le indicazioni forti, legate al futuro della città. Perchè è semplice dire che bisogna puntare sulla valorizzazione della storia e della cultura, sull'incremento del turismo e sulle possibili opportunità occupazionali senza precisare come farlo e con quali risorse finanziarie. Il libro dei sogni è ormai un must per chi ha attraversato tanti appuntamenti elettorali ed è sempre in attesa, a livello locale e nazionale, di qualcuno che faccia immaginare, con numeri, cifre e soluzioni, il destino della nostra realtà, del nostro Paese, e non per i prossimi mesi. Insomma, come dovrà cambiare Benevento, e non solo, nei prossimi cinque – dieci anni? Bella domanda, davvero bella, non credete?

L'alternativa alla riproposizione degli enunciati sarebbe stata la collezione delle foto allegate agli stessi, ma sarebbe stata una brutta copia dell'album Panini. Ho rinunciato anche in questo caso, a quel punto il foglio elettronico è rimasto desolatamente vuoto, fino a quando non mi sono venuti in mente le richieste di amicizia a pioggia, i messaggi ricevuti (“Ciao, ti ricordi di me, come stai? Vorrei il tuo aiuto...”) , come se fossero il sequel di rapporti di frequentazione già datati.

Iniziative di candidati spuntati come funghi dal nulla, moltissimi senza alcun background. Non c'è da meravigliarsi: i partiti non ci sono più da tempo, i simulacri che li hanno sostituiti sono incapaci di selezionare coloro che dovrebbero rappresentarli, e sembrano sempre più congreghe in cui ognuno gioca innanzitutto per se stesso e poi, se resta spazio, per la squadra.

Ho riflettuto su cosa avrei sinceramente voluto rispondere a quanti mi hanno contattato, poi mi sono bloccato. Sarei stato troppo feroce, sarei stato costretto a porre io un interrogativo: ma voi chi siete, dove siete stati fino a questo momento e, soprattutto, cosa non ci avete fin qui davvero detto?