Sei incendi di auto – quattro nel capoluogo - in due settimane: uno ogni due giorni o poco più. Meglio ancora: uno ogni due notti di un agosto che sia a Benevento, sia in alcuni centri della provincia, ha fatto registrare una recrudescenza del fenomeno che da sempre occupa le cronache sannite. Certo non tutti gli episodi possono essere riconducibili ad un'unica regia, né ad un solo movente o ad una causa esclusiva.
A colpire è soprattutto un dato: in quattro dei sei casi la vittima è una donna. Una di loro, anzi, è stata la destinataria di due attentati: il primo, tra il 5 ed il 6 agosto, non aveva sortito gli effetti sperati perchè qualcuno aveva notato in tempo, per fortuna, ciò che stava accadendo in via Saragat. Dove era stata posizionata una zolletta di 'diavolina' sulla ruota posteriore destra della Chevrolet Spark di una professionista.
I danni erano stati limitati, a differenza di quanto era invece capitato a distanza di novantasei ore, quando la stessa vettura era stata divorata dal fuoco. Bersaglio centrato, dunque, per un gesto inquietante di cui andranno definite le motivazioni che l'hanno ispirato. Comprensibile la preoccupazione della malcapitata e dei residenti nella zona diventata il teatro di un duplice rogo.
Stessa sorte, tra il 12 ed il 13, in via Palmieri, al rione Libertà, per una Bmw che la proprietaria aveva lasciato in sosta.
Sono di due donne anche l'Alfa Giulietta e la Kia Picanto che a Pannarano e Sant'Agata dei Goti, tra il 13 ed il 19 agosto, erano state avvolte dalle fiamme mentre erano parcheggiate, rispettivamente, in un cortile privato ed in strada.
Due momenti intervallati, a Ferragosto, dall'incendio che aveva interessato la Toyota Yaris di un operatore sanitario ferma in piazza Fusco nel quartiere Santa Maria degli Angeli, nei pressi del fiume Sabato.
Materia di lavoro per le forze dell'ordine, impegnate a stabilire la natura delle fiamme e a risalire, se di origine dolosa, a coloro che le hanno appiccate.