Parlano e straparlano, ma a che titolo? Vabbé: buon Ferragosto a buoni e cattivi

Il protagonismo non richiesto, una campagna elettorale fatta di colpi bassi ed accuse

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Benevento.  

La storia lo insegna: tutto può accadere. Tutto. O non è vero che Caligola nominò senatore un cavallo? La cronaca lo conferma, restituendo un dubbio: ma tutti coloro che parlano e straparlano senza avere alcun ruolo pubblico, a che titolo lo fanno? Bella domanda: inevitabile quando si leggono ed ascoltano interventi, chiamiamoli così, di personaggi così pieni di autostima da autoinnalzarsi su uno strapuntino qualsiasi per esprimere il loro punto di vista.

Il problema è che nessuno glielo ha chiesto, né si sognerebbe di farlo conoscendoli un po'. Avendo contezza che si tratta di figure che ogni tanto fuoriescono dall'anonimato perché sentono la necessità, per loro insopprimibile, di far conoscere ciò che pensano all'opinione pubblica. Come se quest'ultima fosse in religiosa attesa del loro verbo. Ignorano, i protagonisti, o forse fingono di non saperlo, che la stragrande maggioranza dei destinatari delle loro iniziative è assolutamente impermeabile alle loro elucubrazioni, che al massimo vengono accolte con un sorriso o una battuta cattiva al punto giusto.

E mi riferisco a coloro che si informano più o meno puntualmente: in pratica, una minoranza alla quale certe affermazioni tutto al più provocano il solletico. Per il resto, indifferenza totale ad ogni sollecitazione, soprattutto se i mittenti sono ampiamente noti per il loro esibizionismo, una forma di narcisismo che li fa sentire importante perchè qualcuno ha incollato le loro esternazioni. Che fare? Tutto scorre, avanti senza indugi: la ribalta è effimera.

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Le liste non sono ancora state ufficialmente presentate, l'appuntamento con le urne è in programma ad ottobre. Eppure, la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio comunale di Benevento è già rovente. E non da oggi. Sono ormai settimane che i diversi schieramenti, attraverso i candidati alla carica di sindaco o coloro che li sostengono, si scambiano accuse feroci con comunicati stampa più veloci della luce. Talmente veloci che nessuno o quasi, tranne gli addetti ai lavori, se ne accorge.

Fa parte di un gioco che per ora vede schierati il sindaco uscente, Clemente Mastella, e coloro che puntano a spodestarlo: Angelo Moretti, Luigi Diego Perifano e Rosetta De Stasio, elencati secondo l'ordine di proposizione della discesa in campo. La lotta è senza quartiere, combattuta con colpi bassi ed accuse di ogni tipo. La caccia al consenso, praticata da quanti aspirano ad un posto al sole a Palazzo Mosti, non conosce soste.

Ognuno si arrangia come può nella speranza di intercettare i voti necessari, che non sono soltanto quelli di opinione, sganciati da vincoli di appartenenza e basati su una valutazione della 'cartella clinica' della città, quella che racconta lo stato di salute sulla raccolta dei rifiuti, sulla pulizia delle strade, sui trasporti, sulle opportunità che offre, sull'efficienza dell'apparato burocratico comunale, sulla capacità attrattiva.

Accanto a questa fetta dell'elettorato ce n'è poi un'altra, molto più ampia, che resta ancora legata alla logica delle promesse (“Faremo ancora di più o meglio degli altri”, si affannano a ripetere i contendenti). E allora, di grazia, perché tutta questa indignazione di fronte a due termini (“futuri riconoscimenti”) contenuti in una mail inviata ad una persona di cui si cercava di sondare la disponibilità a partecipare alla competizione?

Si parla di riconoscimenti politici, non di incarichi, nomine, posti di lavoro e promozioni: tutta roba, questa sì, che nessuno si azzarderebbe mai a prospettare. Guai solo ad immaginarla, nessuna anima candida può pensarci. Basta, non vi annoio più. Potrei farlo sottolineando che il partito che ha espresso due deputati ed altrettanti senatori non avrà la propria lista alle amministrative, ma il dato, chissà perché, non mi sorprende.

Oppure, potrei commentare una velina in stile sindacalese che mi ha fatto cadere le braccia. Meglio sorvolare, dunque. A proposito, oggi è Ferragosto: massì, auguri ai buoni e ai cattivi, a chi parla e straparla. E se non vi spiace, anche a me, che ringrazio quanti hanno avuto fin qui la pazienza di scorrere queste righe.