Ora che la tragedia si è consumata, che Valter, 53 anni, non c'è più perchè non ce l'ha fatta a resistere alle ustioni che quelle maledette fiamme gli avevano provocato dopo averlo attaccato quando aveva perso i sensi, intossicato dal fumo, e che il dolore a San Leucio del Sannio, dove abitava, e a Ceppaloni, dove spesso lo si vedeva in giro, è comprensibilmente forte, appare evidente che il dramma andrà ricostruito in ogni sua fase, per non lasciarlo confinato, a prescindere, solo nel novero delle terribili fatalità contro le quali nulla è possibile.
E' quanto comprensibilmente chiedono i suoi familiari, assistiti dall'avvocato Carmine Cavuoto, soprattutto per eliminare ogni scoria di dubbio.
La salma di Walter è a Napoli, a disposizione della Procura partenopea, ma è quella di Benevento, con il sostituto Donatella Palumbo, ad occuparsi del caso. All'orizzonte sembra profilarsi il ricorso all'autopsia, ma non è semplice, alla vigilia di Ferragosto, immaginare quando verrà eventualmente disposta, una volta superati i problemi di competenza e logistici.
Resta, nell'attesa delle possibili evoluzioni, lo sconcerto per quanto accaduto mercoledì alla contrada Rotola di Ceppaloni, dove Walter stava cercando di spegnere il fuoco divampato nel suo uliveto. Uno dei roghi scoppiati nella zona, per i quali erano stati chiamati in causa i pompieri e gli operatori dell'Antincendio della Provincia. Focolai di cui andrà accertata la natura, per capire se nascondano una mano criminale, come spesso capita e non solo nelle nostre zone.
“Walter amava il suo paese ed anche raggiungere i centri vicini”, lo aveva ricordato il sindaco di San Leucio, Nascenzio Iannace, quando aveva appreso che il suo cuore si era fermato per sempre. “Tutti gli volevano bene, era una brava persona”, aveva concluso.