Mi chiamo così perché sono Gesù. Sarai punita, chiamo i miei amici di Benevento

Arrestato a Matera per stalking alla sorella un 27enne di cui si erano occupate le cronache sannite

mi chiamo cosi perche sono gesu sarai punita chiamo i miei amici di benevento

Fermato per tre furti in città, il giovane aveva lasciato il carcere di Benevento ed era tornato in Basilicata perchè colpito da divieto di dimora nel Sannio

Benevento.  

Sostiene di chiamarsi così perchè è Gesù. Tu subirai una punizione memorabile, avrebbe detto in una occasione alla sorella, senza immaginare che lo stesso registrando. Mentre in un'altra l'avrebbe minacciata di far venire “i suoi amici di Benevento”, così “faremo una strage”, rincarando la dose nei confronti  di colei che l'aveva ospitato in provincia di Matera quando lui aveva lasciato la casa circondariale di contrada Capodimonte, dove era detenuto per un furto, ed aveva dovuto abbandonare il Sannio perchè colpito da un divieto di dimora.

Lui è il 27enne di origini rumene, ma residente in Basilicata, di cui le cronache della nostra provincia si erano più volte occupate lo scorso anno, quando, tra metà ottobre e metà novembre, era stato ritenuto responsabile dei colpi nella sala museale della Rocca dei Rettori, nel bar della villa comunale e, infine, in un locale che al Corso Garibaldi ospita i distributori di bevande e snack.

Stavolta lo hanno arrestato nella sua terra, per aver violato, due ore dopo la notifica, l'ordine di allontanamento dall'abitazione disposto a suo carico per stalking ai danni della familiare. Assistito dall'avvocato Fabio Russo, oggi è comparso dinanzi al Gip del Tribunale lucano, al quale ha provato ad offrire la sua versione sui fatti per i quali è stato chiamato in causa.

Vanno dallo scorso febbraio a luglio: un lasso di tempo nel quale avrebbe reso infernale la vita della donna, che lo aveva accolto quando lui, tornato in libertà, era stato costretto ad andar via da Benevento per un divieto di dimora per stalking e danneggiamento ai danni di una mamma e di una figlia, della città, che avrebbe perseguitato. Secondo gli inquirenti, una volta a Matera, lui avrebbe tormentato la sorella, offendendola con espressioni pesantissime efacendola precipitare in una condizone di paura per la sua incolumità.

“Ti devo prendere a pistolate, te ne devi andare perchè la casa non è tuta, devi sempre stare in ansia che ti distruggerò, che ti manderò in manicomio”, le avrebbe ripetuto per mesi. Il 24 luglio, poi, evidentemente infastidito dal suono di un videeo che la malcapitata stava vedendo, sarebbe entrato nella sua stanza ed avrebbe inveito nei suoi confronti: “Mi hai rotto, ti devo cacciare,, se non te ne vai ti ammazzo". Poi, dopo aver rotto il vetro di una porta, il riferimento “agli amici di Benevento, così capirai come ti devi comportare...”.