Arrestato per incendio, è interdetto legalmente. Il Gip lo lascia ai domiciliari

Oggi l'udienza di convalida per il 53enne di Montesarchio, affetto da una malattia psichiatrica

arrestato per incendio e interdetto legalmente il gip lo lascia ai domiciliari
Benevento.  

Quando il gip Pietro Vinetti, chiamato a pronunciarsi sulla convalida del suo arresto, se l'è trovato di fronte questa mattina in Tribunale, gli ha posto una serie domande sulla sua situazione. Lui, che si è invece avvalso della facoltà di restarsene in silenzio sui fatti contestati, ha risposto non senza qualche difficoltà, elencando i nomi dei figli, confermando un precedente per incendio datato una decina di anni fa, e spiegando che non lavora, perchè è la moglie ad occuparsi dell'allevamento di pecore e capre “per fare il latte”.

Lui è il 53enne di Montesarchio finito ai domiciliari giovedì pomeriggio dopo essere stato fermato dai carabinieri forestali perchè avrebbe appiccato il fuoco in un'area boschiva alla località Fiego di Montesarchio. E' da tempo interdetto legalmente – la sorella è la tutrice – perchè affetto da una patologia psichiatrica che il suo legale, l'avvocato Edoardo Aprea, in sostituzione del collega Gerardo Perna Petrone, ha evidenziato con una documentazione sanitaria che ne certifica la mancata consapevolezza della malattia e l'incapacità di autodeterminarsi. Da qui la richiesta di non adottare alcuna misura cautelare, disattesa dal giudice, secondo il quale la patologia non sarebbe emersa dalle risposte fornite alle domande iniziali.

Arresti domiciliari confermati, dunque, per il 53enne, che era stato bloccato dai militari anche sulla scorta delle immagini restituite da alcune telecamere installate nella zona. Secondo la ricostruzione operata dagli inquirenti, quando aveva capito di essere stato individuato, l'uomo, la cui “illecita condotta” sarebbe stata “finalizzata al rinnovo del pascolo per massimizzare il profitto derivato dalla propria azienda zootecnica”, aveva cercato di disfarsi dell'accendino, che era stato però recuperato e sequestrato.

“L’attività investigativa posta in essere – era stato spiegato in una nota - è stata svolta mediante una preliminare analisi storica degli eventi incendiari, nonché mediante applicazione di un metodo scientifico denominato “Metodo delle Evidenze Fisiche” (M.E.F.) che ha consentito di individuare con precisione i punti di innesco dei numerosi incendi sviluppatisi nell'area, che annualmente viene devastata da continui incendi dolosi”. A luglio scorso, infatti, la stessa zona era già stata interessata da numerosi incendi. Una recrudescenza che aveva indotto i forestali a posizionare telecamere e fototrappole tra la vegetazione.