"Bimbi maltrattati all'asilo", inchiesta chiusa: indagate quattro maestre

Nel febbraio del 2020 erano state sottoposte al divieto di dimora ad Airola, poi revocaio

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Benevento.  

Chiusa l'inchiesta sui presunti maltrattamenti dei quali sarebbero rimasti vittime, tra marzo e maggio del 2019, i bimbi di una scuola materna privata ad Airola.

Quattro le maestre chiamate in causa: Anna Paula Maglione (avvocato Fabio Russo), 46 anni, Pasqualina Cerni (avvocato Maria Zollo), 28 anni, entrambe di Airola, Miriana Matera (avvocati Ettore Marcarelli e Pasquale Matera), 29 anni, di Bucciano, Valentina Arabo (avvocati Giovannina Piccoli e Margherita De Masi), 27 anni, di Sant'Agata dei Goti, i cui nomi compaiono nell'avviso di conclusione dell'indagine firmato dal sostituto procuratore Maria Dolores De Gaudio.

L'inchiesta dei carabinieri era rimbalzata all'attenzione dell'opinione pubblica nel febbraio del 2020, quando le insegnanti erano state sottoposte al divieto di dimora ad Airola, successivamente revocato, disposto dal gip Loredana Camerlengo su richiesta del pm Flavia Felaco.

Ad innescare l'attività investigativa, supportata dalle immagini registrate dalle telecamere installate nell'asilo era stata, nel novembre del 2018, la denuncia della mamma di una bimba. Punto di partenza di un lavoro che avrebbe fatto emergere, secondo gli inquirenti, uno scenario oltremodo preoccupante: bambini e bambine schiaffeggiati al volto, colpiti al capo, capovolti a testa in giù e strattonati perchè piangevano. Istigati a reagire con la 'stessa moneta' nei confronti dei compagni che avevano tirato loro i capelli. Particolarmente inquietante, il dato della stanza nella quale in alcune occasioni sarebbero stati condotti e costretti a sedere dietro alla porta.

Condotte che le maestre avrebbero mantenuto o alle quali avrebbero assistito senza intervenire. Diverso il coinvolgimento delle maestre rispetto al numero degli episodi contestati, con quello più alto prospettato a carico di Maglione. Comparse dinanzi al Gip per l'interrogatorio di garanzia, Arabo aveva risposto, le altre erano rimaste in silenzio, anche se Maglione e Cerni avevano rilasciato dichiarazioni spontanee: la prima aveva negato di aver usato violenza e sostenuto di aver agito solo per calmare i piccoli, mentre l'altra aveva respinto l'addebito di aver messo a testa in giù un bambino, spiegando di averlo soltanto sollevato e di averlo appoggiato sulla sua spalla, per gioco.

Le indagate hanno ora venti giorni per chiedere di essere interrogate o produrre memorie difensive, poi il Pm deciderà sulle eventuali richiesta di rinvio a giudizio.

Diciotto le parti offese, rappresentate dagli avvocati Pierluigi Pugliese, Mario Cecere e Vittorio Fucci.