Pascalucci, annullato il sequestro della società che gestisce il ristorante

La decisione del Riesame, che ha invece confermato i 'sigilli' per le somme di denaro

pascalucci annullato il sequestro della societa che gestisce il ristorante

Il ricorso presentato da Pasquale Ucci, 58 anni, sottoposto al divieto di dimora nel Sannio, e dal figlio Ennio, 28 anni

Benevento.  

Annullato dal Riesame il sequestro della società che gestisce il ristorante Pascalucci, che mantiene, dunque, la sua operatività. E' la decisione del Tribunale, chiamato a pronunciarsi sul ricorso presentato da Pasquale Ucci, 58 anni, e dal figlio Ennio, 28 anni, difesi dagli avvocati Andrea De Longis, Luigi Giuliano e Matteo De Longis.

Restano i 'sigilli', invece, sulle somme di denaro: un centinaio di euro per Pasquale, circa 30mila euro per Ennio. Quest'ultimo è l'amministratore, dall'aprile del 2020, della società, costituita con un cugino, che era subentrata all'impresa che aveva ottenuto il contratto di fitto di un ramo dell'azienda di cui era stato dichiarato il fallimento, e che nel febbraio del 2021 aveva poi acquistato con il via libera degli organi fallimentari, dal curatore e dal comitato dei creditori, operando – è uno degli argomenti evidenziati dai legali – una discontinuità con le precedenti gestioni.

Il provvedimento di sequestro, come si ricorderà, era stato disposto dal gip Vincenzo Landolfi in una inchiesta - sei le persone chiamate in causa - del procuratore aggiunto Giovanni Conzo, del sostituto Giulio Barbato e della guardia di finanza. Bancarotta fraudolenta: questa l'ipotesi di reato per la quale a Pasquale Ucci era stato applicato lo scorso 28 giugno il divieto di dimora nella provincia di Benevento.

Un'accusa che durante l'interrogatorio di garanzia il 58enne aveva respinto, ripercorrendo i passaggi della vicenda e sostenendo di aver presentato lui la richiesta di fallimento, e non altri, quando si era reso conto che non c'erano più le condizioni per il concordato.

Secondo gli inquirenti, invece, l'istanza di concordato avrebbe avuto una finalità dilatoria sulla dichiarazione di fallimento. "Prima e dopo la sentenza di fallimento del 12.06.2018", Ucci avrebbe "distratto, dissipato, dissimulato ed occultato in tutto o in parte i beni aziendali, anche appropriandosene", e non avrebbe "tenuto le scritture contabili e/o le teneva in modo lacunoso tale da rendere impossibile la ricostruzione del patrimonio o del movimento degli affari della ditta individuale dichiarata fallita”. In pratica, avrebbe continuato a svolgere l'attività di ristorazione tramite l'interposizione fittizia di due società.