La finale degli Europei va ripetuta, secondo gli inglesi

L'intervento dell'avvocato Gino De Pietro

la finale degli europei va ripetuta secondo gli inglesi
Benevento.  

Sono ancora le reazioni inglesi, dopo la sconditta nella finale degli Europei, ad occupare l'intervento dell'avvocato Gino De Pietro.

"Ecco giunta la spiegazione del plateale gesto antisportivo di togliersi la medaglia d’argento dal collo immediatamente dopo averla ricevuta dal dirigente Uefa addirittura davanti alle telecamere che immortalavano a favore del pubblico mondiale l’inusuale brutta scena: gli inglesi avevano già scelto di percorrere la strada della negazione del risultato maturato sul campo, avevano già deciso di presentare ricorso contro la vittoria italiana, avevano già stabilito che gli italiani, questa squadra fatta per metà di simulatori e per l’altra di violenti fallosi, avevano rubato loro la vittoria, avevano usurpato la “loro” Coppa Europa.

Questo spiega anche il ritardo nella premiazione e la battuta di un cronista che, scherzando, aveva lanciato: “Forse gli inglesi hanno nascosto la coppa!”.

Altro che scherzo, altro che delusione “comprensibile” come il buonismo mal riposto italico ha cercato di spiegare: gli inglesi hanno tirato fuori le unghie ben affilate e hanno chiesto l’annullamento della finale e la ripetizione della partita contestando le decisioni dell’arbitro, forse reo, benchè anch’egli olandese, di non essersi comportato come quello della semifinale con la Danimarca, la cui decisione a favore della squadra di casa ha scandalizzato non solo i disciplinati danesi, ma il mondo intero.

Gli inglesi sanno che non otterranno quel che chiedono ma lo hanno fatto lo stesso, perché vogliono poter negare all’Italia la vittoria, vogliono poter dire che gli italiani, scrocconi e fraudolenti, hanno rubato la vittoria, non l’hanno meritata e ciò per sempre.

Anche tra venti e più anni, quando qualche ragazzo italiano parlerà con un omologo inglese di questa finale e di questa vittoria, ci sarà sempre da attendersi una risposta irridente, squalificante, dispregiativa.

Questo è ciò che vogliono, modificare, orwellianamente, la memoria dei fatti storici e poter dire per sempre: Voi, italiani, non avete vinto la coppa, l’avete rubata a noi, per poi, a seconda dei casi, aggiungere qualche frase irridente o infamante.

Gli inglesi ormai mostrano di non avere alcuno spirito sportivo e di aver dimenticato le loro buone tradizioni che hanno reso per lungo tempo l’Inghilterra un faro della libertà e dello spirito critico. Povero Bertrand Russell, povero George Orwell, massacrati da una anglicità che vola sempre più basso fino a infrangersi per terra.

Gli inglesi, dimentichi dei loro valori sportivi e umani, sembrano rincorrere il noto magnate americano che, sconfitto alle recenti elezioni presidenziali, ha gridato per mesi che aveva vinto, che la Casa Bianca era sua, che i democratici avevano perso fino a rendersi ridicolo davanti al mondo intero.

Molto più modestamente, quando ero ragazzino, accadeva di tanto in tanto che qualcuno, nel caso perdesse la partita, gridasse che il gol era nullo, che c’era stato un fallo o che non erano stati ben contate le reti fatte e poi, se era il proprietario del pallone, lo prendeva e se ne andava via, lasciandoci tutti lì senza poter più giocare. La soluzione messa in campo da noi, ragazzini svegli che volevano anzitutto giocare, era di dargliela vinta, col riso sotto i baffi, a sottolinearne la stoltezza: così almeno continuavamo a giocare.

Purtroppo per gli inglesi, ai livelli in cui sono stati sconfitti loro, indubitabilmente, in campo, non si può usare questo escamotage per evitare che continuino a piagnucolare come quel vecchio mio vicino di casa. Bisogna, quindi, che si rassegnino.

Del resto, è storia, con l’Italia, nelle competizioni che contano hanno SEMPRE perso, quindi, ci dovrebbero essere abituati.

Perché ci sia almeno la possibilità che questa devastante e temeraria azione inglese non lasci per sempre nel dubbio, ingiustamente, la vittoria italiana, la Uefa non deve soltanto respingere rapidamente e sprezzantemente il ricorso inglese, ma deve punire l’intera Federazione, i calciatori e l’allenatore e squalificare il campo di Wembley per i gravi fatti criminali ivi accaduti.

In questo modo, forse, gli inglesi potrebbero cominciare a comprendere che la loro scelta della Brexit non li pone al di fuori delle regole della convivenza civile e umana, cui sono comunque tenuti, volenti o nolenti, se vogliono continuare ad essere un paese civile".