La città del non detto e i marciapiedi che pullulano di chiacchiere

Poche prese di posizione pubbliche, tante allusioni e dietrologia

la citta del non detto e i marciapiedi che pullulano di chiacchiere
Benevento.  

 

Adesso che il caldo torrido e l'afa rendono l'aria irrespirabile, che il Centro – Sud è coperto da una 'bolla' che rende il cielo opaco, che i campionati europei stanno agendo contro l'astinenza da campionato di calcio che ha colpito i 'pallonari', che le vaccinazioni proseguono nonostante le cassandre; ecco, adesso che tutto ciò si è verificato, mica penserete di vivere in una città uguale alle altre?

Benevento è una bella città, ricca di storia, che ha alcune peculiarità, probabilmente eredità del passato, che la rendono unica. Una su tutte: Benevento è la città del non detto, un luogo nel quale sono davvero rare le prese di posizione pubbliche. E non perché manchino le opinioni, che restano però confinate nel limbo dell'indefinitezza e non assurgono al rango di spunto per una discussione collettiva.

Meglio: le chiacchiere si sprecano, soprattutto sui marciapiedi. Un tempo erano le uniche 'arene', ad essi sono aggiunti i social. Nell'uno e nell'altro caso, però, si tratta nella stragrande maggioranza di affermazioni che lasciano il tempo che trovano, perché condite da allusioni maliziose e dietrologiche, calunnie, offese gratuite.

C'è sempre qualcuno che è pronto a giurare di saperne una più del diavolo perché ha appreso da tizio come sono andate davvero le cose. Parole che innescano un repertorio al quale siamo ormai abituati, che talvolta sfociano, addirittura, in elucubrazioni pubblicistiche che diventano il terminale dei liquami delle fogne.

Gli esempi si sprecano, tutto ciò determina una sorta di cortina fumogena che nulla incide sui processi decisionali. Adesso come prima, la loro definizione si consuma infatti in 'stanze di compensazione' che continuano a restare aperte da decenni. Nulla di misterioso ed oscuro, solo la rappresentazione degli interessi, che, quando confliggono .- capita che non possano essere accontentati tutti -, affiorano come polemiche politiche.

Sono già in voga da settimane, prepariamoci a leggerne altre man mano che si avvicinerà l'appuntamento con le elezioni comunali. Quando i cittadini saranno chiamati ad affidare agli amministratori che saranno scelti la soluzione dei problemi: sanità, verde, rifiuti, lavoro.

Nel frattempo, sperando che tutto resti come è o venga cambiato – dipende, ovviamente, dai punti di vista di ciascuno-, dovremo accontentarci ancora di quel fastidioso rumore di sottofondo che si alza dalle strade: bisbigli soffiati ad orecchie amiche, gli sguardi che si incrociano per evocare complicità, i gomiti che si toccano come cenno d'intesa, nel segno di un camaleontismo che, a seconda dell'interlocutore che si ha di fronte, permette, senza dignità, di criticare aspramente e duramente, ma rigorosamente a voce bassa, gli affari altrui (o di avallarli), e dà la possibilità di offrirsi.

Perché, sia chiaro, abbiamo tutti famiglia. Accipicchia che caldo che fa. L'ho detto, visto?