Fallimento Amts, chiesti otto rinvii a giudizio

Udienza preliminare il 30 settembre dinanzi al Gup

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Benevento.  

Sono otto le persone di cui il sostituto procuratore Patrizia Filomena Rosa ha chiesto il rinvio a giudizio nell'inchiesta della guardia di finanza sulle vicende dell'Amts, l'azienda di mobilità, partecipata dal Comune, dichiarata fallita il 27 gennaio del 2016.

Dovranno presentarsi dinanzi al Gup, il prossimo 30 settembre, Mirko Francesca, 47 anni, presidente del Cda, i due membri del Consiglio, Giuseppe Racioppi, 69 anni, di Napoli, e Marco Romeo, 51 anni, di Benevento; i componenti il collegio sindacale: Fabio Solano, 46 anni, Domenico Capobianco, 60 anni, e Giovanni Ievolella, 62 anni, di Benevento, e due periti della sezione Fallimentare del Tribunale: Francesco Pisano, 53 anni, e Massimo Musella, 57 anni, di Salerno.

L'indagine, avviata nel gennaio del 2013 dopo un esposto presentato da Vincenzo La Brocca- ricopriva il ruolo di sindaco dal 2009, un mese dopo non era stato confermato – e chiusa nell'ottobre dello scorso anno, prospetta le accuse, a vario titolo, di bancarotta fraudolenta mediante false comunicazioni sociali, bancarotta documentale e per distrazione.

Come più volte ricordato, nel mirino degli inquirenti sono finite le procedure seguite per l'ammissione al concordato preventivo: in particolare, l'approvazione del bilancio il 20 dicembre del 2012, attraverso la quale il nuovo Cda avrebbe attestato “fatti materiali rilevanti non corrispondenti al vero e difformi da quelli esposti, invece, nel bilancio chiuso il 31 dicembre del 2012”.

Attenzione puntata sulle presunte omissioni, “al fine di indurre in errore gli organi della procedura di concordato preventivo”, sulla situazione economica, finanziaria e patrimoniale della società, con la presunta “eliminazione della somma di 1 milione e 250mila euro, il debito dell'Amts nei confronti dell'Ati che aveva realizzato il parcheggio di Porta Rufina. Un quadro sul quale, a detta dell'accusa, non avrebbe vigilato il collegio sindacale. Un capitolo, quello del parcheggio, per il quale sono stati tirati in ballo i due periti nominati per la procedura concordataria, che non avrebbero effettuato gli accertamenti, chiesti dal Tribunale, sull'immobile di Porta Rufina.

Parcheggio e credito vantato dall'Ati erano stati al centro di un esposto che l'ex sindaco Fausto Pepe aveva presentato prima che l'Amts depositasse la richiesta di concordato preventivo. Secondo il Pm, per tutto il suo mandato “non ha promosso, come socio unico, un'azione di responsabilità verso la società: un capo stralciato perchè prescritto”. Non è finita: la lente si è allungata anche sulla cessione dell'immobile, dal Comune, all'Amts, il cui “valore sovrastimato ed inserito, poi, nel bilancio dell'Amts, dalla compagine amministrativa, aveva determinato il ripristino del capitale al di sopra del minimo legale, cosa che avrebbe comportato l'approvazione del concordato preventivo”.

Un bene che “non poteva essere ceduto in quanto non appartenente al Comune, in virtù di quanto previsto dal contratto di concessione tra l'Associazione delle imprese che l'avevano realizzato, tra cui l'Amts, e il Comune di Benevento, che invece sarebbe diventato il proprietario dopo un termine trentennale”.

Sono impegnati nella difesa gli avvocati Camillo Cancellario, Francesco Cortese, Antonio Leone, Amedeo Barletta, Vincenzo Sguera, Raffaele Tibaldi, Antonio Lombardi, Marcello Fattore, Claudio Fabbricatore, Cecchino Cacciatore.