Revocato dal gip Gelsomina Palmieri l'obbligo di dimora al quale era sottoposto Tino De Nitto (avvocato Stefano Melisi), 50 anni, di Bonea, che nell'agosto del 2020 era stato arrestato dai carabinieri per aver aggredito a pugni don Alfonso Lapati, parroco di Bonea – è assistito dall'avvocato Valeria Verrusio -, un suo collaboratore ed uno dei militari intervenuti. Il sacerdote se l'era trovato dinanzi all'improvviso, e non aveva potuto fare alcunchè contro le botte ricevute. L'allora 49enne era finito agli arresti domiciliari, ma poi li aveva evasi, e per questo era stato trasferito in carcere, dal quale era successivamente uscito con l'obbligo di dimora a Bonea, ora revocato.
Un gesto grave, quello ai danni di don Alfonso, che sarebbe stato scatenato dal fastidio che gli avrebbe provocato l'altoparlante della chiesa -, purtroppo non l'unico. Perchè lo stesso De Nitto, a giugno, si era protagonista di comportamenti minacciosi nei confronti di due impiegate del Comune e delle Poste. Lui aveva sostenuto di essersi arrabbiato nel primo caso perchè non gli avrebbero dato i documenti relativi al contratto di lavoro, e, nell'altro, perchè gli sarebbe stato negato l'estratto conto. Quando era stato fermato, gli era stata trovata nello zaino un'ascia che, aveva precisato, usa per le attività di giardinaggio, e che si era portato dietro non con cattive intenzioni. Una perizia psichiatrica, disposta nell'incidente probatorio, ha stabilito che De Nitto è pericoloso socialmente, incapace di intendere e volere al momento del fatto e in condizioni che rendono incompatibile la detenzione in carcere.