E' rivolta al futuro, a ciò che abbiamo imparato dalla pandemia, e a comportamenti e regole che dovremmo conservare, la riflessione dell'avvocato Gino De Pietro.
"Da ogni esperienza, anche la peggiore, si può trarre sempre qualcosa di buono e di utile per il futuro. Ogni crisi, insegnano molti guru dell’economia e del pensiero, è in sé un’occasione. Neanche il Covid fa eccezione a questa regola.
Mantenere una certa distanza quando si è al supermercato, negli uffici, in banca, alla posta o in attesa dei mezzi di trasporto corrisponde anche ad una semplice norma di civiltà che sarebbe bene mantenere anche dopo cessata la pandemia.
Tenere degli igienizzanti all’ingresso degli esercizi pubblici e usarli regolarmente è un ottimo sistema per non esporre clienti e utenti a rischi per la potenziale scarsa igiene di altri. Rendere permanente quest’obbligo mi sembra buono e giusto.
Anche la misurazione della temperatura all’ingresso di esercizi e ristoranti può evitare l’esposizione a rischio di altri. Quando si è ammalati, di qualsiasi patologia, bisogna curarsi e restare a casa, non andare in giro ad infettare gli altri. Anche patologie diverse da Covid possono essere molto nocive a fragili e anziani e comunque diffondersi più facilmente quando occultate.
Arieggiare aule e uffici regolarmente dovrebbe essere prescritto dall’igiene di base, ma, visto che così non è stato, è meglio ribadirlo con norme coattive.
Chi ha il raffreddore o la tosse dovrebbe portare la mascherina anche dopo la fine della pandemia: risparmieremmo milioni di infezioni all’anno con conseguenti perdite di giornate di scuola, di ore lavorative e relativi costi sanitari.
I colloqui scolastici a distanza, con la prenotazione via internet, è un eccellente sistema per consentire il confronto scuola-famiglia senza assembramenti oceanici, code interminabili e discussioni spesso poco edificanti. Vanno senz’altro mantenuti, e non solo per igiene fisica, ma anche per igiene mentale.
La prenotazione di documenti e certificati a distanza è un’eccellente maniera per evitare contagi, ma anche perdite di tempo: però è necessario che gli uffici pubblici rispondano alle richieste tempestivamente ed esaustivamente. Qualche controllo sugli sfaticati e i negligenti non sarebbe male.
Le udienze civili a distanza quando si tratta di mero scambio di atti e documenti funzionano bene e sono più celeri. Perdipiù consentono di non affollare le aule.
Il Covid ha dimostrato che anche in Italia, questo luogo originale, è possibile celebrare le udienze civili in maniera davvero civile, fissando gli orari e rispettandoli e svolgendo ogni attività coram judice. Serve alle parti, è utile ai difensori e migliora il rapporto col giudice.
Speriamo che tale usanza continui, a covid cessato, altrimenti va a finire che qualcuno potrebbe rimpiangerlo!
“Igienizzare” sale d’attesa, trasporti pubblici, scuole, uffici, esercizi aperti al pubblico è stata un’importante componente della “battaglia al Covid”; io mi permetterei di trasformarla, sic et simpliciter, nella permanente “battaglia per la pulizia contro la sporcizia!”.
Se poi funzionassero bene anche i bagni nelle scuole e negli uffici pubblici e vi fosse sempre la cartigienica, il sapone liquido e qualche rotolo di carta per asciugarsi, allora forse riusciremmo davvero ad inaugurare, anche sotto tale profilo il Recovery Plan Next Generation EU, che, dietro gli anglicismi tanto di moda in un paese a forte ignoranza linguistica di ritorno, dovrebbe servire a farci andare un po’ più avanti nel progresso e nella civiltà, di cui l’igiene è componente non trascurabile".