Sono quattro (oltre alla società come figura giuridica) le persone chiamate in causa dall'inchiesta su Villa Margherita, il centro di riabilitazione di Piano Cappelle che poco più di un mese fa è finito alla ribalta della cronaca come focolaio di diffusione del contagio da Covid 19.
Si tratta dei direttori generale, sanitario ed amministrativo, e del responsabile medico della struttura - Sefano Garelli, Claudio Di Gioia, Stefano Nordera e Alessandro Ciarimboli, difesi, tra gli altri, dagli avvocati Luigi Giuliano, Vincenzo Regardi, Luigi Ferrante, Paolo Piccialli e, in questa fase, Angelo Cutillo e Giovanni Rossi - ai quali sono state contestate, a vario titolo, le ipotesi di reato di epidemia colposa, omicidio colposo e lesioni colpose, prospettate nell'indagine della Procura guidata da Aldo Policastro – con i sostituti Francesco Sansobrino e Maria Colucci-, scandita ora dal sequestro di pc e computer.
Un'indagine delegata ai carabinieri del Nucleo operativo della Compagnia di Benevento, che nelle scorse settimane hanno ascoltato telefonicamente, come testimoni, gli operatori in quarantena. L'obiettivo dell'attività investigativa è accertare se, prima del paziente irpino trasferito il 10 marzo, ci fossero già degenti con sintomi riconducibili a quelli del Covid-19, e se siano state attuate e rispettate e linee guida contro l'epidemia.
Una situazione delicatissima fin qui sfociata in decine di positività al virus e, purtroppo, nella morte di undici dei ventitrè pazienti che, ospiti della casa di cura, sono stati trasferiti all'ospedale Rummo.
Il caso era rimbalzato all'attenzione dell'opinione pubblica lo scorso 24 marzo, ma sarebbe stato innescato – secondo quanto è stato possibile fin qui ricostruire – con l'arrivo, il 10 marzo, di un degente proveniente da Avellino e poi ricoverato al Rummo, giorni dopo, per problemi respiratori compatibili con il Coronavirus.
Come più volte ricordato, l'inchiesta ha puntato l'attenzione, rispetto alla gestione dell'emergenza e al rispetto delle misure di prevenzione, sulle strutture sanitarie pubbliche e private del Sannio e del circondario (Ariano Irpino) sul quale ha competenza l'ufficio inquirente sannita, destinatario di denunce ed esposti di familiari delle vittime ed associazioni.