Non possono essere ascoltati direttamente perchè sono in quarantena, ma ciò non impedisce che ne venga raccolta la testimonianza. In che modo? Telefonicamente, con domande e risposte registrate che poi saranno trascritte.
E' la procedura avviata dalla Procura guidata da Aldo Policastro, e dalla polizia giudiziaria delegata, per interrogare, come persone informate sui fatti, gli operatori di Villa Margherita, il centro di riabilitazione di Piano Cappelle che tre settimane fa è finito alla ribalta della cronaca come focolaio di diffusione del contagio da Covid 19.
Una situazione delicatissima fin qui sfociata in decine di positività al virus e, purtroppo, nella morte di sei dei quindici pazienti che, ospiti della casa di cura, sono stati trasferiti all'ospedale Rummo. Una vicenda che, al pari di altre, è al centro di una indagine che, come anticipato lo scorso 31 marzo, ha puntato l'attenzione, rispetto alla gestione dell'emergenza e al rispetto delle misure di prevenzione, sulle strutture sanitarie pubbliche e private del Sannio e del circondario (Ariano Irpino) sul quale ha competenza l'ufficio inquirente sannita, destinatario di denunce ed esposti di familiari delle vittime ed associazioni.
Un caso, quello di Villa Margherita, che ha scatenato numerose prese di posizione. Era rimbalzato all'attenzione dell'opinione pubblica lo scorso 24 marzo, ma sarebbe stato innescato – secondo quanto è stato possibile fin qui ricostruire – con l'arrivo, il 10 marzo, di un degente proveniente da Avellino e poi ricoverato al Rummo, giorni dopo, per problemi respiratori compatibili con il Coronavirus.