"Dal buio alla luce...e ritorno", quando cinema e teatro sono terapeutici

Progetto realizzato dal Dipartimento di Salute Mentale Asl e presentato a Benevento Città Spettacolo

dal buio alla luce e ritorno quando cinema e teatro sono terapeutici
Benevento.  

Il teatro come esperienza positiva, di comunicazione con gli altri. Una vera e propria terapia con effetti tangibili e che ieri sera a Palazzo Paolo V a Benevento sono stati mostrati appieno durante e dopo la presentazione del cortometraggio "Dal buio alla luce...e ritorno" a cura di Vincenzo Muià e Roberto Schirripa. I pazienti del centro diurno di Salute mentale dell'Asl di Benevento i protagonisti.

Ospiti che hanno imparato e saputo interagire con registi, operatori e con il pubblico che ieri sera ha assititito alla presentazione curata dal direttore di Ottopagine.it e Ottochannel Tv Pierluigi Melillo. Presenti il responsabile del Centro di Salute Mentale dell'ASL di Benevento, Paolo Cavalli.
Il cortometraggio rientra nel Progetto di Potenziamento del Dipartimento di Salute Mentale il quale si prepone di mostrare i frutti di un laboratorio di teatro condotto presso i centri diurni di Benevento, Morcone e Puglianello sulla falsa riga del primo radiodramma della storia, "Danger" di Richard Hughes.

Progetto sociale finanziato dalla Regione Campania e presentato durante la 45esima edizione di Benevento Città Spettacolo. Quindici minuti di 'corto' proiettato in sala seguito da un dibattito al quale hano preso parte i registi e Carmen Romano, operatrice nei distretti di salute mentale che ha portato la sua significativa testimonianza.

Al centro del progetto il viaggio di una ventina di pazienti dei tre centri diurni coinvolti Benevento, Morcone e Puglianello alle prese con training fisici e vocali, letture espressive, improvvisazioni teatrali.
“Il titolo – hanno spiegato gli organizzatori - volontariamente non cade nella retorica e nella ipocrisia: il teatro non guarisce ma solleva, per permetterci uno sguardo alto, altro, distaccato, come se ci guardassimo con gli occhi degli altri”.
Il testo di Hughes usato come pretesto “per vivere il buio, la disperazione della solitudine, sapendo che si tratta di un gioco, per approfondire la ricerca tattile del corpo dell'altro, dell'amico, di colui col quale sorridere anche di fronte al disastro. Il teatro nel cinema e il cinema nel teatro.
Una testimonianza della bontà delle tecniche teatrali. I partecipanti, seguiti dai propri operatori, immortalati dalla macchina di Roberto Schirripa e diretti da Vincenzo Muià, si sono affidati “ciecamente” alla conduzione verso un mondo altro, quello del gioco teatrale, in cui l'unica cosa che conta è l'ascolto...”.