Centrale turbogas, Provincia dice no. Di Maria: "Ora serve un piano strategico"

Ora si attende decisione del ministero e del Tar in merito a cambio della destinazione di un terreno

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Benevento.  

Maggioranza e opposizione alla Provincia di Benevento dicono no alla centrale turbogas progettata dalla Luminosa nella ozna industriale di Ponte Valentino, alle porte di Benevento. Questa mattina consiglio provinciale per discutere sul procedimento autorizzativo di riesame dell’AIA relativo alla centrale a ciclo combinato da 386 MW. Opera progettata nei primi anni del 2000 ma che non è stata mai realizzata per una serie di motivi. Poi, qualche mese fa la Luminosa ha chiesto al ministero il rinnovo dell'autorizzazione. Decisione che ha suscitato un coro di no a partire dai vertici del consorzio industriale Asi di Benevento.

all’inizio dei lavori, il presidente della Provincia, di Maria ha relazionato in merito alla relazione del professore Francesco Pepe, docente dell’Università degli Studi di Benevento, rappresentante della Provincia nel Gruppo Istruttore presso il Ministero dell’Ambiente. “Sicuramente – ha aggiunto il presidente - chi allora diede, con atti formali favorevoli, la possibilità di insediare il percorso autorizzativo di Luminosa si assunse una pesante responsabilità politica. Oggi non saremmo qui - ha proseguito Di Maria -, se all’epoca chi di dovere avesse subito manifestato ed espresso con atti la contrarietà del territorio”. Al centro del diniego all'insediamento la vocazione agroalimentare e artigianale che negli anni ha caratterizzato sempre di più la zona industriali Asi di Ponte Valentino.

Dalla Relazione del professore Pepe ha poi aggiunto Di Maria, si evidenziano “una serie di problematiche urbanistiche; perplessità in merito alla possibilità di procedere al riesame dell'AIA già rilasciata; inesistenza agli atti di documenti che indichino come verranno controllati gli inquinanti rilasciati in atmosfera; pesanti carenze della documentazione progettuale che, a dire del luminare, è assolutamente lontana non solo dalla progettazione esecutiva, ma anche dal progetto preliminare su cui basare l'Autorizzazione Unica alla costruzione e all'esercizio della centrale”.

Il consigliere Giuseppe Antonio Ruggiero, nel dare atto al presidente Di Maria per aver voluto la riunione del Consiglio sull’insediamento ha precisato “che è agli atti ormai una imponente documentazione che attesta la impossibilità di accettare un simile insediamento sul territorio”. Ruggiero ha ricordato come, a poca distanza dal centro abitato, in una zona dove operano Industrie di eccellenza dell’agroalimentare che esportano in tutto il mondo, si voglia insediare una mega centrale a turbogas in un’area alluvionale”.

La Luminosa poi vorrebbe cedere parte della energia prodotta alle aziende che operano nell’Asi, “ma queste stesse aziende non hanno mai accettato tale offerta” ha poi concluso Ruggiero.

Al vaglio delle parti (Provincia e Asi), anche un altro elemento che potrebbe essere ostativo nel concedere il rinnovo dell'autorizzazione: anni fa il Comune di Benevento aveva cambiato il Puc per una particella di terreno dove sarebbe dovuta sorgere la centrale turbogas. In pratica il terreno da industriale era stato convertito in agricolo. Decisione che, però, il consorzio Asi dell'epoca non ha mai fatto sua e per questo non risulta agli atti ed ora al centro di un contenzioso dinanzi al Tar come ha evidenziato il sindaco di Paduli e consigliere provinciale, Domenico Vessichelli che ha anche posto l'accento sul fatto “che la centrale a turbogas che rilascia milioni di metri cubi di anidride carbonica nell’atmosfera per produrre energia elettrica, è anacronistica”.

Centrale progettata ma che risulta essere “enormemente sovradimensionata rispetto alle esigenze del territorio e proprio per questo gli Enti pubblici locali e cioè Comune, Provincia, Area di Sviluppo Industriale, si sono opposti alla sua realizzazione” ha poi rimarcato il consigliere Nino Lombardi. Dopo i rilievi sollevati anche dai consiglieri Luca Paglia e Claudio Cataudo, è intervenuto i presidente dell’Area di Sviluppo Industriale, Luigi Barone che ha infine evidenziato anche aspetti definiti paradossali dell'intera vicenda e in particolare dal fatto che all'epoca dell'autorizzazione l'Asi aveva percepito un contributo di oltre 300mila euro destinato alle opere urbanistiche. “Avendo perso in giudizio – ha spiegato Barone - per circa 400mila euro in merito alle opere di urbanizzazione di Luminosa ed avendo ceduto alla società un capannone di eguale controvalore commerciale, oggi l’Asi deve vedere una società che insedia un impianto nell’agglomerato senza pagare un solo centesimo di opere di urbanizzazione pur usufruendo dei servizi dell’agglomerato stesso”.

Al vaglio delle parti, Provincia e Asi, anche un altro elemento che potrebbe essere ostativo nel concedere il rinnovo dell'autorizzazione: anni fa il Comune di Benevento aveva cambiato il Puc per una particella di terreno dove sarebbe dovuta sorgere la centrale turbogas. In pratica il terreno da industriale era stato convertito in agricolo. Decisione che, però, il consorzio Asi dell'epoca non ha mai fatto sua e per questo non risulta agli atti ed ora al centro di un contenzioso dinanzi al Tar come ha evidenziato il sindaco di Paduli e consigliere provinciale, Domenico Vessichelli che ha anche posto l'accento sul fatto “che la centrale a turbogas che rilascia milioni di metri cubi di anidride carbonica nell’atmosfera per produrre energia elettrica, è anacronistica”.

Centrale progettata ma che risulta essere “enormemente sovradimensionata rispetto alle esigenze del territorio e proprio per questo gli Enti pubblici locali e cioè Comune, Provincia, Area di Sviluppo Industriale, si sono opposti alla sua realizzazione” ha poi rimarcato il consigliere Nino Lombardi. Dopo i rilievi sollevati anche dai consiglieri Luca Paglia e Claudio Cataudo, è intervenuto i presidente dell’Area di Sviluppo Industriale, Luigi Barone che ha infine evidenziato anche aspetti definiti paradossali dell'intera vicenda e in particolare dal fatto che all'epoca dell'autorizzazione l'Asi aveva percepito un contributo di oltre 300mila euro destinato alle opere urbanistiche. “Avendo perso in giudizio – ha spiegato Barone - per circa 400mila euro in merito alle opere di urbanizzazione di Luminosa ed avendo ceduto alla società un capannone di eguale controvalore commerciale, oggi l’Asi deve vedere una società che insedia un impianto nell’agglomerato senza pagare un solo centesimo di opere di urbanizzazione pur usufruendo dei servizi dell’agglomerato stesso”.

Al termine dei lavori il presidente ha messo l'accento sulla mancanza di un piano strategico della Provincia proprio in merito agli insediamenti. Dai rifiuti all'energia all'artigianato non c'è un documento di indirizzo che individui un'area al posto di un'altra in base ad una programmazione.

Quindi Di Maria ha affermato il proprio impegno affinché “la Provincia si doti di uno strumento di Pianificazione e Programmazione sugli insediamenti e sulle vocazioni del territorio al fine di impedire per il futuro che il Sannio venga aggredito da una incontrollata richiesta di una serie insediamenti industriali che non si conciliamo con le vocazioni del territorio”.

Di Maria ha quindi precisato che il Settore Tecnico della Provincia “è stato invitato a predisporre una relazione tecnica sulle criticità di natura idrogeologica, viabile e strutturale di un simile insediamento in un’area alluvionale”. Il numero uno della Rocca ha infine chiesto al Consiglio di sostenere “la proposta della presidenza finalizzata ad ottenere dal ministero che la conferenza si svolga in maniera sincrona al fine di consentire a tutti i soggetti abilitati poter esprimere il proprio parere e le proprie osservazioni seduti attorno allo stesso tavolo”. Proposta accettata all'unanimità.