“Ampia coesione nelle prime settimane, poi spaccature e tutti contro tutti”. L'agenzia di rating Fitch, tra le motivazioni che l'hanno portata a un downgrade dell'Italia a BBB-, a un passo di spazzatura, cita anche il clima ritornato sul litigioso andante. Delle agenzie di rating, gente che dava la tripla A con outlook positivo, il giudizio massimo, a banche zeppe di monnezza vera (i subprime), a una settimana prima del disastro del 2008 poco ci importa. Né c'è la volontà di addentrarsi nella questione meramente economica. L'accenno alla coesione però merita uno sguardo: Fitch naturalmente fa un accenno alla politica e alla tenuta del Governo, ponendo l'instabilità tra le motivazioni del downgrade, ma il trend della vicinanza a breve termine tramutata in una litigiosità ancor più accentuata è facilmente riscontrabile anche nella società civile e non solo nella politica.
Un paio di settimane che avevano fatto ben sperare: spirito di comunità, voglia di mettere da parte il superfluo, i tastierismi esasperati e badare al sodo e all'inevitabilmente difficilissimo mondo che sarebbe venuto fuori da quella situazione. Poi il ritorno all'antico con un tutti contro tutti ancora più esasperato: “Sei uscito, cogl...” contrapposto al “Cogl... tu che ti tieni il guinzaglio che vogliono metterti”, “Viva Conte abbasso chi lo contesta” vs “Viva chi lo contesta abbasso Conte” “De Luca sceriffo facci uscire” vs “Viva De Luca falli entrare” evitando poi di entrare nei discorsi su Europa e aiuti su cui se ne sono lette delle belle. Insomma, il classico clima da derby permanente con cori rigorosamente urlati in Caps Lock e scanditi dal tambureggiare delle tastiere.
Nulla di nuovo sembrerebbe, non foss'altro che al solito batti e ribatti si siano aggiunti anche elementi odiosi come la delazione, da una parte e dall'altra qualunque siano le parti.
Preoccupante avviarsi alla fase ancor più delicata in queste condizioni. Sì, perché ad oggi prevale il più che giustificato sentimento della negazione: si immagina che una volta riaperte porte e finestre ci si riprenderà il vecchio mondo, le vecchie abitudini, i vecchi trand. Non sarà così: a breve cadrà un velo e si troverà altro, con il rischio del disincanto e relative conseguuenze.
Un mondo da ricostruire: non si sa con quali materiali, specie qui al sud, specie nelle aree interne. Uno spirito unitario, coeso, responsabile avrebbe dovuto essere il cemento per quella ricostruzione: se la qualità è questa però forse meglio lasciar perdere, si rischiano crolli pure peggiori.