La voce rotta dal pianto: “E' atroce: potrei contagiare i miei figli senza saperlo, e l'unica cosa che posso fare è starmene qui ad aspettare”. E' un parente di persone risultate positive al coronavirus, chiede di restare anonimo ed è giusto: la privacy ha ancora un senso, checché se ne dica in fasi di marasma e con scenari che ricordano noti dipinti di Goya.
“Ho chiesto di fare il tampone: mi hanno detto di no, mi hanno detto di starmene in quarantena e basta, almeno finché compaiono i sintomi”. E' la prassi, che però si scontra con le angosce, le paure, il tormento di chi sa che potrebbe trasformarsi in untore: “Finora tutto bene, per grazia di Dio, ma se sono un asintomatico positivo? Se senza sintomi infetto i miei bambini, mia moglie , stando in casa con loro che però a differenza mia i sintomi li accusano? Devono fare i tamponi. Devono farli a tutti quelli che sono venuti in contatto con persone positive: non si può vivere con l'angoscia di essere una potenziale bomba portatrice di contagi e non saperlo. Finora la provincia di Benevento era stata una delle più virtuose: si continui ad esserlo, si facciano più tamponi anche agli asintomatici”.
E' una delle questioni più dibattute: quella del monitoraggio degli asintomatici e dell'utilità di tamponi allargati a tutti, una questione che naturalmente per chi viene in contatto con il virus diventa vitale... o forse è vitale a prescindere.
"Potrei essere positivo: Bisogna fare i tamponi a tutti"
Paure e angosce di chi entra in contatto col virus: "Potrei infettare i miei figli: è atroce"
Benevento.