Con una lettera aperta indirizzata ai vertici provinciali regionali e nazionali del Partito Democratico, Stefano la Verde, Componente Direzione Provinciale PD Avellino ed Ex Vice Sindaco Comune di Avellino, prova a scuotere il dibattito interno con una serie di riflessioni molto critiche, accuse pesanti che cadono proprio nel giorno in cui si apre ad Avellino il Week end della Festa dell'Unità.
Di seguito il testo della missiva:
"Con profonda amarezza evidenzio che il Partito Democratico vive una condizione politica molto marginale e secondaria, da non sottovalutare (l’apertura della Festa dell’Unità di stamane ne è la riprova). Molti suoi elettori ed iscritti accarezzano il desiderio di allontanarsene per tentare altre strade con le quali affrontare i tanti problemi che gravano sulle spalle di non poche famiglie. In qualche occasione (molto rare, visto che la Direzione non viene convocata da tempo) ho avuto modo di esprimere il mio pensiero, ma ho ricevuto l’impressione che esso fosse stato accolto quasi con fastidio e noncuranza.
E’ prevalso, in maniera evidente, l’egoismo e la presunzione di diversi dirigenti che mi costringono, ancora una volta, a dover esprimere il mio disagio ed il mio disappunto. Constato, ancora una volta con amarezza, che stanno prevalendo quasi sempre solo convenienze ed ambizioni personali, laddove sarebbe, invece, auspicabile un chiaro e stringente dibattito politico tra coloro che hanno la responsabilità di dover indicare un futuro che sappia allontanare il PD dall’attuale precaria condizione politica. Il PD sta crollando in una desolante solitudine che lo allontana dagli elettori e dagli autentici interessi di una comunità. Un partito di sana ispirazione deve saper indicare un affidabile itinerario che allontani gli Irpini, e non solo gli Irpini, dalle loro stringenti difficoltà.
Si rende necessario fermare il permanente silenzio di dirigenti che incoraggiano con il loro inadeguato egoismo e la perdita della propria identità numerosi elettori ad intraprendere una nuova e diversa esperienza politica. Tra l’altro non posso che evidenziare l’assenza di un proficuo e costruttivo dibattito politico che possa far uscire il partito dall’attuale marasma. Manca un chiaro, affidabile e convincente pensiero che sappia attrarre l’interesse degli elettori e di gran parte dell’opinione pubblica. Con dispiacere osservo che via Tagliamento vive in un sistematico isolamento politico ed in un dominate silenzio. Tutto questo allontana sempre più gli elettori e gli iscritti dal riconoscersi nel proprio gruppo dirigente e nel partito di appartenenza.
L’attuale disagio, che io ravviso, è così grave che potrebbe portare il PD ad una severa emorragia di iscritti e simpatizzanti. Pertanto l’attuale dirigenza dovrebbe prendere atto delle proprie responsabilità ed a non pensare esclusivamente alle personali collocazioni politiche ed elettorali. Nel frattempo mostro la mia delusione, unitamente a quella di altri che, pur avendo scelto il PD, accarezzano, sempre di più, l’ipotesi di lasciarlo per sempre. Sento il bisogno di affermare che credo, ed ho sempre creduto, che un partito degno di definirsi tale debba saper parlare agli elettori e debba saper costruire un dignitoso futuro per la comunità in cui vive ed opera. Tutto ciò non mi sembra , allo stato, si stia verificando. Concludo dicendo che è meglio esprimere in libertà e con sincerità il proprio pensiero, sia pur pungente, che vivere nel silenzio della propria rassegnazione".