Avellino al voto: alternativa a Festa? Primarie aperte alla città è unica strada

La nota diramata dall'Assemblea cittadina di APP – Avellino Prende Parte

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Avellino.  

Il percorso avviato nei mesi scorsi di costruzione di una coalizione ampia a servizio della città è oramai giunto a un punto di svolta necessario.

In ballo, infatti, non c’è solo la fascia tricolore nel capoluogo ma la necessità di restituire ai cittadini, ai corpi intermedi, ai quartieri una speranza concreta di poter incidere nella vita della propria comunità dopo anni di centralismo assoluto, di occupazione mediatica, di gestione diretta e personalistica del potere pubblico.

Un sentimento che, oggi più che mai, trova concretezza in obiettivi ambiziosi iniziati a delinearsi in un confronto chiaro e netto tra forze civiche e politiche, nel costruire un modo di stare insieme che facendo delle differenze occasione di arricchimento e non di rottura ha costruito incontri aperti alla cittadinanza come forme più alte di sintesi politica.

Tavoli tematici che sono stati in grado di porsi in ascolto e di tradursi in proposta politica tale da tracciare non solo l’Avellino del futuro, prossimo e remoto, ma anche di iniziare a delineare un profilo sempre più puntuale di un candidato o una candidata a Sindaco della città.

Una persona che dovrà avere i caratteri della riconoscibilità e in netta discontinuità rispetto all’amministrazione uscente e a quelle recenti di cui l’attuale sindaco ha fatto parte con ruoli di primo piano. Una persona capace di interpretare un ruolo di guida e di coordinamento di un gruppo politico e civico vasto che potrà essere allargato a quanti vorranno condividere il nuovo progetto di città. Un profilo che insieme a tutta la sua squadra sappia restituire ai cittadini un protagonismo concreto. Un profilo che per l’ampiezza e la ricchezza della coalizione, per il suo radicamento e la sua forza, può corrispondere a diverse personalità in grado di fare un passo avanti.

Come sceglierlo per noi è una questione dirimente, perché in politica anche il metodo è sostanza.

Se il processo di coinvolgimento della cittadinanza avviato negli scorsi mesi rappresenta un momento imprescindibile e un punto di svolta rispetto alle prassi degli ultimi decenni, la scelta del candidato sindaco non può prescindere dalla continua affermazione dei principi della partecipazione, del coinvolgimento civico, della discussione aperta con la città.

L’unico metodo in grado di garantire questa possibilità è quello delle primarie.

Solo con queste, infatti, si potrebbero coinvolgere e mobilitare pezzi di città oggi dormienti, cittadini disillusi che vedono con diffidenza ai percorsi svolti all’interno delle segreterie di partito. Le primarie ci permetterebbero di far esprimere i giovani della nostra città, a cominciare dai sedicenni, che sono molto più interessati alla vita pubblica di quanto le retoriche sulla “movida” lasciano trasparire, che non sono solo feste e aperitivi, ma una forza viva e necessaria ad immaginare un futuro che è soprattutto il loro. Ci permetterebbero, con una giusta tempistica, di chiedere una mano e la partecipazione dei tanti emigranti che rientrano nelle feste natalizie nella nostra città, che non hanno mai voluto tagliare il cordone con Avellino, che hanno competenze ed esperienze da mettere in comune e che non possiamo abbandonare nella vergogna di veder riconosciuta la propria città solo per le stravaganze del suo sindaco.

Solo attraverso le primarie, quindi, sarà possibile riempire lo spazio pubblico per tre mesi contrapponendo la democrazia, la partecipazione, programmi chiari e riconoscibili alla propaganda festiana che rischia di travolgere tutti e tutti.

Lasciare oggi il sindaco al centro della scena, significa fare il suo gioco. Un gioco abilmente apparecchiato dai numerosi consulenti alla comunicazione assunti a palazzo di città che da tempo sono impegnati a coprire con sempre più grotteschi proclami l’evidente svolta a destra della maggioranza, l’abbraccio meloniano sempre più stretto di due gruppi della maggioranza consiliare.

Costruire – invece - una campagna elettorale per le primarie nei quartieri e nelle strade significherà dare ossigeno alla coalizione e respiro ai suoi programmi, connetterla in maniera sempre più forte con i bisogni e i desideri degli avellinesi, significa farne conoscere le proposte e le idee.

Certo, uno strumento che in un passato recente è stato oggetto di profonde storture (molte delle quali ad opera di chi oggi è la nostra controparte) ma che in molte parti del Paese è stato anche in grado di anticipare grandi campagne elettorali e profondi momenti di partecipazione democratica.
 

Le primarie possono rappresentare oggi, con la maturità e la fiducia reciproca che attraversa la nostra coalizione, davvero un’occasione unica per non tradire la fiducia di chi vuole partecipare a rendere concreta la speranza di un’Avellino rinnovata nelle pratiche quanto nei temi.

D’altronde come pensiamo di candidarci alla guida di una città se ci lasciamo fermare dalle difficoltà logistiche e organizzative delle primarie?