L'agroalimentare campano trascina l'export del Mezzogiorno

Il dato viene fuori dal monitor sui distretti industriali di Intesa San Paolo

Solofra.  

L'export dei distretti industriali tornano a crescere. E la parte del leone la fa l'agroalimentare campano. Ma il segno più accompagna i distretti della moda ed il settore dell'edilizia. E' quanto viene fuori dal monitor distretti di Intesa San Paolo. Il Mezzogiorno con i prodotti dell’agro-alimentare corre a un tasso del +14%, a 1,5 miliardi. Il report fotografa il periodo relativo al secondo trimestre 2015. Da aprile a fine giugno, l’export ha sfondato quota 23 miliardi di euro, vale a dire un tesoretto di 1,5 miliardi in più rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Secondo il report di Intesa San Paolo, i segnali più incoraggianti arrivano dalla ripresa dei distretti della moda (+8%) e dei prodotti e materiali da costruzione (+9,8%), ma anche del mobile (+6,4%) e della meccanica (+4,6%). Corrono, e tanto, i distretti agro-alimentari del Mezzogiorno che fanno registrare una crescita più che doppia rispetto alla media italiana (+14,8% nel secondo trimestre del 2015). Spiccano, in particolare, l’ortofrutta del barese (a 137 milioni contro i 64 nel 2014) , seguita dalla mozzarella di bufala a quota 58 milioni di euro e in aumento del 69%, e poi dalle conserve di Nocera e dal caffè e dalla pasta napoletana. Per volumi di crescita delle esportazioni si posizionano in vetta alla classifica quattro distretti di delle filiera della moda e dei materiali da costruzione: l’oreficeria di Valenza (557 milioni, + 78%), l’occhialeria di Belluno (797 milioni, + 15,7%), la concia di Arzignano (641 milioni, + 14,5%) e le piastrelle di Sassuolo (865 milioni, + 9,7%). L’euro debole sta facendo la sua parte, agevolando le vendite sui mercati che hanno il dollaro come divisa di riferimento.   

G.A.