Omicidio Bembo, il messaggio di mamma Cinzia: "non servono vendette"

I genitori di Roberto Bembo hanno creato un'associazione per condividere il loro impegno

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Mercogliano.  

di Paola Iandolo 

 “Le ritorsioni e le vendette non servono, questo diciamo sempre ai ragazzi che in questi mesi non ci hanno mai abbandonati, serve il confronto, il ragionamento. Mi sento responsabile per loro e per questo dobbiamo essere di esempio”. Cinzia Tino e Gerardo Bembo, i genitori di Roberto Bembo,ucciso con sei  coltellate a Capodanno 2023, a distanza di una settimana dalla sentenza di condanna di primo grado per l’omicidio del loro figlio 21enne, lanciano un messaggio importante nella trasmissione  di Tiberio Timperi “Fatti Vostri”.

Avevo immaginato dei mostri - ha raccontato mamma Cinzia - poi li ho visti per la prima volta nel corso dell' udienza preliminare. Erano dei ragazzi. Da questa storia usciamo sconfitti tutti. Noi in primis, perché siamo stati condannati ad un ergastolo che purtroppo non abbiamo voluto. Loro si sono rovinati le loro vite, perché alla fine la condanna, i domiciliari, comunque sono condanne che tu devi scontare. Mi auguro che uno rifletta poi su questa cosa. Perché nessun crimine deve rimanere impunito. Perché non si torna indietro quando si toglie una vita”. Timperi le chiede se ci sono state: “In udienza preliminare ci è stata letta una lettera di Iannuzzi, ho sempre detto che se sono scuse sincere va bene, ma da mamma non le posso accettare così”. Papà Gerardo ha spiegato il perché di questa scelta di andare in TV e parlare della loro tragedia: “Non deve succedere più a nessuna famiglia al mondo. Perche’ e’ uno strazio totale. Abbiamo fatto pure un’associazione per mio figlio".

Gli momenti vissuti insieme a Roberto 
La notte di Capodanno, l’ultima bottiglia stappata insieme per festeggiare l’anno nuovo e poi la trasferta a Salerno per andare a ballare con gli amici. Cinzia Tino ha ripercorso così, gli ultimi istanti di vita condivisi con suo figlio, Roberto. Il 21enne è morto come undici giorni dopo nel Reparto di Rianimazione del Moscati di Avellino. “Alle sette una chiamata di un’ amica che era lì presente, siamo arrivati in ospedale e non l’ abbiamo visto, perché aveva una grave ferita alla carotide ed era già in sala operatoria. Lo abbiamo rivisto dopo due giorni, ma Roberto non si è mai più svegliato".