"Il vero nemico dell'industria conciaria italiana? Il protezionismo". Parola di Salvatore Mercogliano direttore Unic ed amministratore di Lineapelle. Al congresso mondiale, organizzato da Ict e Unic, l’associazione dei conciatori italiani, che dipendono per il 90% da pelli grezze d’importazione, ha denunciato per l'ennesima volta la chiusura di alcuni dei principali Paesi detentori di materie prime, dal Brasile all’India. In pochi anni, la quota di pelli sottratte al libero mercato è salita dal 25 al 50 per cento. “Il protezionismo – ha dichiarato Salvatore Mercogliano – è una bestia che rischia di affossare il futuro dell’industria conciaria nel mondo. Mi appello ai colleghi internazionali affinché si aggreghino alla conceria italiana per liberalizzare il mercato”. Ed ancora. "Prendiamo il caso dell'India. La nazione con una mano chiude le frontiere a chi vorrebbe acquistare le sue pelli e con l'altra otteiene dall'Unione europea preferenze tariffarie per esportare qui il suo pellame conciato. In questo modo Bruxelles respinge i nostri s.o.s". Protezionismo e non solo. "Anche il 'Made in' è all'angolo. Due anni fa Unic è riuscita ad ottenere da Roma legge una legge che impone di indicare la provenienza del pellame. In Europa Romania, Germania e Spagna si sono opposte. E' contro questo stato di cose che gli imprenditori conciari si scontrano nella caae comune europea".
G.A.