Avere cinquant'anni di età ed essere troppo vecchi per lavorare e troppo giovani per andare in pensione. E' la situazione nella quale sono piombati tantissimi lavoratori. Lo spiraglio prima era rappresentato dall'accesso agli ammortizzatori sociali ma ora una circolare ministeriale ha previsto che i lavoratori licenziati e collocati in mobilità dalla stessa impresa che hanno avuto la mobilità in deroga nel 2014 la continuano a percepire per altri otto mesi, mentre coloro che terminano la mobilità ordinaria nel 2015 non hanno diritto neanche ad un mese di proroga, aggirando quanto previsto dal decreto Poletti del 1 agosto 2014 che dava la possibilità di accesso a tutti i lavoratori per altri otto mesi alla sola condizione di non aver superato 36 mesi di mobilità in deroga. “Senza gli ammortizzatori sociali non ci resta che il caporalato”. Così il segretario della Filctem Cgil Franco Fiordellisi. “Ci sono lavoratori che sono ormai sei mesi che non riescono a ricevere gli ammortizzatori sociali mentre abbiamo un altro grande dramma che è la fine degli ammortizzatori in deroga per coloro che hanno visto scadere la mobilità ordinari agli inizi del 2015. E' stata creata una disparità di trattamento fra dipendenti anche di una stessa azienda ma che sono stati licenziati con una differente tempistica”.
Una situazione che tocca ex dipendenti di aziende come la CDI di Calitri, Albastros di Solofra, Amuco di Avellino, Tre Stelle, F.lli Buongiorno. “Quello che maggiormente mi fa rabbia, continua il segretario della Filctem Cgil, è che nel 2005-2006 la deroga nasceva per le piccole e medie imprese per il settore concia, calzaturiero ed abbigliamento e poi si è allargato a tutti. Ed ora questi settori lavorativi a forte intensità lavorativa e con forte presenza femminile sono abbandonati a se stessi”. Fiordellisi parla senza mezzi termini di “desertificazione” del distretto industriale solofrano. “Per stare ai numeri, continua, negli ultimi dieci anni nel distretto solofrano abbiamo perso più di mille e cinquecento posti di lavoro. Ed ora con l'entrata in vigore del job act ci troviamo nelle condizione di vedere stabilizzate delle posizioni lavorative ma non c'è stata una crescita occupazionale suppletiva”. Insomma, secondo l'esponente della Filctem, al netto delle novità normative in materia di lavoro il saldo occupazionale nel distretto conciario solofrano continua ad essere negativo. “I numeri sono sempre quelli anzi negli ultimi giorni ci sono arrivate dal distretto solofrano altre due richieste di mobilità”. Rispetto poi al nodo della mobilità e degli ammortizzatori in deroga: “Quando si è palesato che la circolare Poletti escludeva una grossa fetta di lavoratori delle piccole e medie aziende, abbiamo sollecitato il Prefetto di Avellino affinchè intervenisse presso le istituzioni regionali e nazionali per delle misure 'a tampone'. Penso ad esempio a bandi per favorire la riqualificazione occupazionale”. “Personalmente ritengo che la Regione Campania debba immediatamente attivarsi. Almeno produrre dei bandi per ultracinquantenni per provare a garantire almeno una sorta di reddito minimo”.
Giuseppe Aufiero