Alto Calore, Cisalfederenergia: "E' l'ora della responsabilità"

La segreteria: "Ora basta, servono soluzioni concrete nell'interesse dei cittadini"

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La nota del sindacato

Avellino.  

Apprendiamo dai Media locali che l’Amministratore Unico di Alto Calore Servizi S.p.a. ha richiesto il Concordato preventivo, presso il Tribunale di Avellino. La RSU di ACS ha diffuso una nota con la quale, lamentando la mancata concertazione sindacale minaccia il ricorso all’articolo 28, denunciando il datore per condotta antisindacale, mentre sempre dai media si apprende che l’AU dichiara di aver informato i Prefetti di Avellino, di Benevento e le RSU. Emerge più che mai il contrasto stridente tra le dichiarazioni delle ultime ore. È bene precisare che la CISALFEDERNERGIA è da molto tempo che ha lanciato l’allarme, evidenziando le numerose criticità di Alto Calore Servizi, una condizione aggravatasi per una pessima gestione, come ha affermato lo stesso presidente della Regione Campania, nei giorni scorsi, durante un incontro ad Avellino con la Stampa. Ciarcia è in sella dal 2018, come Amministratore Unico, e lo era anche precedentemente ricoprendo un ruolo diverso ma comunque di responsabilità.

Questa Gestione andava fermata già anni fa, evitando che la situazione precipitasse ulteriormente, fino ai giorni nostri: ACS è passata dai 151 mln di euro di debiti, accertati dalla Procura della Repubblica di Avellino nel settembre 2021, ai 163 del semestre successivo. Un peggioramento che trova riscontro nei ritardi registrati con i pagamenti di stipendi ed emolumenti, in evidente contraddizione con le dichiarazioni di risanamento. Non è accettabile che lavoratori e lavoratrici di Alto Calore Servizi vengano scavalcati da nuovo personale, non formato, inserito in posti strategici, in uno stato già di palesata crisi economica e finanziaria, continuando a trascurare i Servizi che necessitavano di unità di appoggio, e al tempo stesso parlare di esuberi. È scandaloso lasciare il timone tra le mani degli artefici di quello che è stato definito, da autorevoli esperti, un autentico disastro. Le azioni contestate non possono essere condivise da Organizzazioni che hanno tra gli obiettivi principali la tutela di lavoratori e lavoratrici. Come valutare, sul piano etico, un documento della triplice, sottoscritto anche da un collaboratore stretto dell’Amministratore Unico, il quale non poteva non essere a conoscenza del fatto che l’AU aveva già preparato e consegnato, il giorno precedente, la richiesta di Concordato?

Che fine hanno fatto tutte le segnalazioni e le denunce inviate in Procura? Come è possibile che un’Azienda e i suoi vertici escano indenni da contestazioni per milioni di euro di debiti e da condotte presumibilmente discutibili, evidenziate, soprattutto, grazie al prezioso contributo della Stampa locale?

Saranno forse i dipendenti a doverne pagare il prezzo? Magari insieme agli Utenti, alla vigilia di un periodo caratterizzato da siccità?

L’Irpinia, il serbatoio idrico più grande del Mezzogiorno è in crisi, sono pronti a rilanciarsi sul mercato territori privi di fonti di approvvigionamento, come il Sannio e La Puglia. Altro che scippo, si sta consumando una rapina, una sottrazione indebita di risorse idriche, e conseguentemente economiche e finanziarie, oltre che di competenze. Per queste ragioni la CISALFEDERENERGIA aveva già chiesto un tavolo istituzionale urgente per avviare una concertazione per trovare soluzioni ai problemi emersi ed ora esplosi con forza. La richiesta non è caduta nel vuoto: è stata accolta dal Prefetto di Benevento.

Sui Media continuano a trovare spazio spiegazioni tecniche, di vertici e consulenti esterni di ACS, con iniziative, per fare, seppur legittimamente, ostruzionismo, prendere tempo, altri 4…6 mesi di gestione, ma per fare cosa? Non c’è trasparenza.

CISALFEDERENERGIA dice basta! Il tempo per dimostrare capacità e incapacità è scaduto, è l’ora delle Responsabilità e delle soluzioni concrete, per evitare ulteriori danni ai cittadini, a lavoratori e lavoratrici.