Ucciso a Roma durante una rapina: Ariano non dimentica Angelo Grasso

Una corona di alloro dal capo della polizia Vittorio Pisani davanti alla tomba dell'agente eroe

Una corona di alloro dal capo della polizia Vittorio Pisani, in ricordo del poliziotto irpino Angelo Grasso ucciso barbaramente 37 anni fa a Roma al termine di una rapina. Stamane la commemorazione del valoroso nel cimitero di Ariano Irpino...

Ariano Irpino.  

Sui volti dei familiari il dolore indelebile di una ferita mai rimarginata. Sono trascorsi 37 anni da quella tragica sera di sangue sull’Appia antica a Roma, quando una mano assassina fece fuoco contro il poliziotto Angelo Grasso sotto gli occhi della fidanzata durante una feroce rapina. Da allora Ariano Irpino, la sua città che lo vide partire per un futuro migliore, non lo ha mai dimenticato.

La commemorazione come sempre, semplice ma toccante si è svolta all'interno del cimitero del tricolle ed è stata presieduta dal parroco del Santuario Madonna di Fatima, il piano di zona, quartiere che ha dato i natali ad Angelo, don Alberto Lucarelli. Ed è stata la prima volta per il neo vice questore Giulio Masini. Presente il sindaco Enrico Franza insieme all'assessore Marco Riccio e alla polizia municipale.

A rendere omaggio ad Angelo, da Avellino il presidente dell'Anps, cavaliere commissario Angelo Perrone insieme ad un nutrito gruppo di soci. 

Era il 23 gennaio 1988 quando una mano assassina, fece fuoco contro il giovane poliziotto arianese, uccidendolo a Roma, sull’Appia antica, sotto gli occhi della fidanzata, durante una rapina compiuta ai suoi danni.

Angelo, libero dal servizio, si era appartato con la sua fidanzata. Ad un tratto quell’incontro era stato interrotto dall’arrivo di due giovani con il volto coperto da passamontagna. Alla vista dei malviventi l’agente Grasso non era rimasto impassibile, non poteva. Non era un giovane qualunque, era un poliziotto, doveva opporsi ai suoi rapinatori con tutte le sue forze. E al rifiuto di consegnare quei soldi e gioielli, i due delinquenti avevano fatto fuoco contro l’auto di Angelo, una fiat ritmo, che il giovane aveva da poco acquistato. Anche Grasso, estratta la pistola, aveva sparato. Ma i proiettili dei due rapinatori lo avevano già ferito mortalmente.

Una scena raccapricciante e difficile da dimenticare

Terrorizzata, la fidanzata, resasi conto della gravità della situazione, era riuscita a spostare il corpo già senza vita di Angelo, sul sedile accanto, guidando per oltre tre chilometri fino a raggiungere il più vicino ospedale. Tutto si era rivelato purtroppo inutile.

Immediate le indagini che portarono presto ad una svolta

Il fratello Ottone, in servizio nell’arma dei carabinieri, aveva giurato vendetta. A distanza di nove mesi dal delitto furono arrestati dalla squadra mobile due giovani tossicodipendenti di 23 e 24 anni, ritenuti colpevoli dell'omicidio.