Futuro a rischio per 1400 lavoratori interinali, l'appello Felsa Cisl al Governo

La nota del Coordinatore Irpinia-Sannio Antonio Follo

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Avellino.  

Pochi sanno che, in Italia, nelle Questure, Prefetture e Uffici e Commissioni territoriali per l‘emigrazione, operano da tempo circa 1400 lavoratori dipendenti delle Agenzie interinali, naturalmente oltre al personale diretto dei predetti Enti. Anche ad Avellino e a Benevento sono presenti queste figure professionali che, spesso, garantiscono ed assicurano servizi di front-office all’utenza talvolta di fondamentale importanza: si pensi solo a tutto il lavoro necessario per l’accoglienza, la registrazione e la regolarizzazione dei profughi di guerra ucraini. Il 31 dicembre prossimo scadranno i loro contratti di lavoro; il destino di questi giovani, quasi tutti laureati, non è dato sapersi. Certamente il rischio di “disperdere” l’abnegazione, le competenze e le professionalità maturate da questi giovani è più che reale.

Di contro, i Ministeri competenti hanno avviato ben due concorsi pubblici per implementare gli organici carenti con personale diretto. Probabilmente mettendo termine al lavoro dei dipendenti somministrati dalle Agenzie. Fin qui nulla di sbagliato. Sta di fatto, però, che l’anzianità e l’esperienza maturata da questi solerti e preparati giovani non è affatto riconosciuta, nei bandi di concorso, ai fini di una primalità che possa consentire una legittima, meritata speranza di essere stabilizzati, dopo aver alacremente lavorato anche in pieno Covid.

Nei prossimi giorni la nostra Organizzazione Sindacale dei lavoratori somministrati FeLSA-CISL, in uno con Nidil-CGIL e Uiltemp-UIL, incontrerà a Roma i rappresentanti dei predetti Ministeri per rivendicare un emendamento ai bandi di concorso nella direzione descritta. Anche nelle nostre provincie, nel caso di accoglimento della proposta sindacale unitaria, alcune decine di giovani lavoratrici e lavoratori potrebbero beneficiare di tale rivendicata premialità. Dal canto nostro vigileremo affinché le energie spese dallo Stato (formazione, affiancamenti, esperienza sul campo, ecc.) siano utili anche ai fini di una continuità degli standard qualitativi dei servizi resi da questo piccolo ma significativo esercito professionale.