"I provvedimenti adottati dal Governo fino ad oggi sono del tutto inefficaci e non producono nessun tipo di effetto positivo sulla situazione gravissima in cui versano centinaia di migliaia di piccole imprese, del commercio come di altri settori." E' quanto scrive in una nota il Consorzio Irpiniacom di Ariano.
"Pare che si ignori nella maniera più assoluta il “funzionamento”, per così dire, di una attività di commercio al dettaglio, piccola, media o grande che sia. Agli impegni finanziari giornalieri, settimanali e mensili l’esercente o l’artigiano fa fronte con una specifica, unica e sola risorsa: l’incasso giornaliero..
Le fatture della luce, del gas e del telefono, il canone di fitto, le paghe dei dipendenti, il versamento dei contributi, il pagamento di imposte e tasse, il versamento dell’iva, le rate del mutuo, le rate del leasing, i compensi al consulente ed al commercialista, sono effettuati grazie agli incassi giornalieri settimanali e mensili e solo grazie a quelli.
I pagamenti delle scadenze relative alle fatture dei fornitori dei prodotti oggetto della propria attività (ri.ba., rid., tratte, pagherò, assegni bancari, rimesse dirette) sono effettuati grazie agli incassi giornalieri settimanali e mensili.
Sembra che questo elementare, antico meccanismo sfugga ai più: al Governo in primis con i Ministri competenti in materie economiche ma anche alle associazioni di categoria nazionali del Commercio, dell’Artigianato, delle Piccole imprese in genere. Ascoltiamo interventi i più disparati, per ore ed ore, su tutti i canali Tv come sui social, di esponenti del Governo, delle Associazioni di Categoria, dei sindacati, di Confindustria ma nessuno che osi affrontare o solo parlare della liquidità zero delle imprese che le pone, anzi le ha già poste dall’inizio di marzo, nella impossibilità, per ora temporanea, di pagare luce, gas, telefono, fitti, mutui leasing, contributi, tasse, ecc. ecc. per fermarci prima delle scadenze dei fornitori che costituiscono l’esborso finanziario più rilevante di tutti.
Con un incasso pari allo zero l’impresa è in grado di pagare zero. Ci viene suggerito dal Governo ed anzi ci viene anche dato un incentivo, di indebitarci con le banche.
Sostituire cioè un debito con un altro debito peraltro, a nostro parere, ancora più “severo” quale sappiamo essere un indebitamento bancario. Né è degno di esame di merito il fatto che una parte della “garanzia” la fornisce lo Stato: conosciamo le modalità con le quali operano gli istituti bancari e come una garanzia “residua” di un 20% possa, loro malgrado, trasformarsi in un altro 80%.
Sostituendo un debito con un altro debitoin ogni caso permane lo stato di insolvenza dell’azienda: spostarlo o dilazionarlo non cambia la sostanza.
Le attività commerciali gli artigiani, le piccole imprese di tutti i settori della distribuzione di beni e servizi hanno bisogno- ora - per non chiudere, per non fallire, che la Comunità, lo Stato si accolli i danni derivanti da questa improvvisa emergenza. La tutela che viene accordata alle persone fisiche, ai dipendenti, a tutte le parti sociali, deve essere estesa alle Piccole Imprese. E’ del tutto inutile e niente affatto lungimirante sovvenzionare i dipendenti ma far fallire i propri datori di lavoro. E dopo? E’ solo un palliativo.
Occorre con immediatezza ed effetto retroattivo al 10 marzo un intervento normativo che interrompa e sani le conseguenze dell’istituto del protesto di effetti cambiari ed assegni bancari che, a migliaia, andranno protestati per la sopraggiunta impossibilità di evitarlo da parte del firmatario con la propria attività “chiusa per legge” e “chiuso in casa” lui stesso dai provvedimenti restrittivi del Governo. Un “protesto” senza un intervento apposito del Governo, determinerà con effetto immediato una situazione di default dell’impresa per il meccanismo che sappiamo metterà in moto. Occorre aiuto e subito da parte del Governo Conte." La lettera è firmata da società consortile cooperativa Irpiniacom, confcommercio imprese per l’Italia di Ariano Irpino.