Il recente rapporto Svimez fotografa una realtà visibile ad occhio nudo: quella di un Mezzogiorno a rischio recessione per l'anno 2019, travolto da una emigrazione che dal 2002 al 2017 ha visto partire oltre due milioni di persone.
Un Mezzogiorno nel quale opportunità, diritti, occasioni di costruire la propria vita sono sempre più una chimera, che vede aumentare, ancora, il divario con il Centro Nord del Paese. E' di tutta evidenza che il problema, enorme, delle nostre comunità, è l'emigrazione, non l'immigrazione, è evidente che le narrazioni tossiche dell'invasione, promosse da Salvini e dalla Lega, appaiono drammaticamente stridenti con la condizione di aree del Paese in via di desertificazione.
E' chiaro che, in questo quadro, il progetto di autonomia differenziata promosso da Lombardia, Veneto e, seppure in termini diversi, dalla Emilia Romagna, ed ora rilanciato dalla Lega come disegno generale di visione del Paese, sarebbe un colpo durissimo per il Mezzogiorno. Consegnando l'Italia ad una "secessione dei ricchi" per la quale si andrebbero a cristallizzare disuguaglianze insopportabili nell'esercizio di alcuni diritti fondamentali, da quello all'istruzione alla Sanità, solo per citarne alcuni, e si affermerebbe il principio dell'utilizzo autonomo delle proprie risorse da parte delle Regioni più ricche, rompendo ogni idea di solidarietà nazionale.
Bene hanno fatto Cgil, Cisl e Uil a chiedere ai Sindaci e ai Consigli comunali irpini di assumere su questo una iniziativa e a promuovere un fronte ampio di mobilitazione a cui senz'altro aderiamo. Sinistra Italiana già nello scorso febbraio intervenne nella medesima direzione, anche con l'approvazione di Ordini del giorno presso alcuni Consigli comunali.
Non condividiamo la scelta della Regione Campania di avanzare al Governo una propria proposta di autonomia differenziata, perchè tale iniziativa finisce inevitabilmente per concedere argomenti e legittimazione ad un disegno di disgregazione e divisione del Paese. E riteniamo che tutti i soggetti e gli attori politici contrari al disegno leghista non possano avere su questo margini di ambiguità. "Nessuno si salva da solo", è questa la sola parola d'ordine possibile da contrapporre all'autonomia differenziata. Per una battaglia politica da condurre a viso aperto, e senza alcuna timidezza.