La Dogana dei grani sta per essere restituita al Comune e ancora non è del tutto chiaro quale sarà il suo destino. Nei giorni scorsi, infatti, gli incaricati della Sovrintendenza ai Bsae (Beni Storici Artistici Etnoantropologici) hanno cominciato a trasferire alcuni dei reperti custoditi all’interno dell’ottocentesco edificio, nell’attesa che sabato prossimo, 10 gennaio, cominci forse l’ultima di una lunga serie di mostre che la Dogana ha ospitato negli ultimi vent’anni. Opere di pittura, scultura, ceramica, poesia, scenografia, serigrafia, design e grafica di 35 artisti, selezionati dal maestro d’arte Enzo Angiuoni, saranno ospitate fino al 31 gennaio, dopodiché dovrebbero da un lato cominciare i lavori di tinteggiatura e dall’altro completarsi quelli del trasloco. La Sovrintendenza ha praticamente rescisso il contratto di comodato d’uso gratuito della Dogana dei grani stipulato vent’anni fa quando, a fronte degli interventi di ristrutturazione dell’ottocentesco edificio danneggiato dal terremoto, ne ottenne il comodato d’uso gratuito trentennale.
Gli interventi di adeguamento degli impianti e di sistemazione complessiva della struttura, stimati intorno ai 500mila euro, sono stati, infatti, ritenuti eccessivamente costosi da Gregorio Angelini, direttore regionale dei Beni culturali della Campania, comunicando la decisione al sindaco Paolo Spagnuolo circa un mese fa.
Restano solo da definire tempi e modalità, ma ormai il luogo e oneroso trasferimento dei reperti e delle opere presso altre sedi, fra cui l’ex carcere borbonico di Avellino, i locali sottostanti l’edificio scolastico di via Manfredi e le chiese di provenienza è inesorabilmente cominciato. Anche gli 11 dipendenti del Ministero dei beni culturali in servizio presso la Dogana già sono stati informati che saranno trasferiti ad altre sedi come Avellino, Benevento e Mirabella Eclano. Restano da definire, ancora, le condizioni in cui la Dogana sarà restituita al Comune, cioè quali interventi la Sovrintendenza immagina di realizzare prima di “riconsegnare le chiavi”. Alcuni mesi fa una ispezione disposta dal Ministero del Tesoro evidenziò la necessità di una serie di interventi urgenti, in particolare di adeguamento alle norme sulla sicurezza (impianto elettrico ed antincendio) e di rifacimento sia della copertura che delle facciate e, dunque, è lecito supporre che almeno i lavori di “manutenzione ordinaria” dovrebbero essere garantiti. E poi? Dopo il mancato finanziamento regionale per la trasformazione della Dogana in “galleria culturale” è probabile che la struttura sarà messa a disposizione delle associazioni cittadine, che ne garantirebbero la custodia e la pulizia, ma soprattutto una concreta utilità sociale.