Guardia Lombardi. L'ultimo saluto al sindaco Di Biasi

Celebrato il rito funebre alla presenza delle fasce tricolori del comprensorio

Guardia Lombardi.  

Si è svolto ieri nella cattedrale di Guardia Lombardi il rito funebre del sindaco Michele Di Biasi, scomparso a 75 anni a causa di una grave malattia. Ad accompagnare la salma in chiesa un corteo di sindaci con fasce tricolori e gonfaloni, a testimonianza di affetto e cordoglio per la perdita di un collega e di un amico, come tanti hanno testimoniato ieri. La salma è giunta nella mattinata di ieri in paese, accolta nella camera ardente allestita nelle sale del Minicipio, proprio nella stanza del sindaco. La sua scomparsa ha profondamente scosso l’intera comunità: cittadini, amici e parenti hanno reso omaggio  per un ultimo saluto, prima della cerimonia religiosa. Tante le corone di fiori lasciate davanti al portone del Municipio, dove sventolavano bandiere a mezz’asta per la proclamazione del lutto cittadino. Dopo una breve veglia nella camera ardente, la bara è stata portata a braccio in chiesa, anticipata dai gonfaloni dei Comuni di Sant’Angelo, Morra, Grottaminarda, Villamaina, Teora, Rocca, Mirabella,  Monteverde e altri. Poi un lungo corteo silenzioso, interotto in chiesa dall’attacco durissimo del parroco Don Rino Morra alla stampa e agli amministratori del paese. “Il braccio di ferro fra la compagine di governo e la minoranza non si è fermata nemmeno davanti alla malattia e alla sofferenza”ha tuonato il parroco, che nel ricordare la persona del sindaco e gli ultimi dialoghi intecorsi a distanza, ha invitato gli amministratori a recuperare serenità. Un’insolita omelia quella di Don Rino, che in qualità di guida spirituale del paese non ha risparmiato rimproveri e accuse. “E’ giunta l’ora del silenzio e della conversione” ha annunciato dal pulpito. “La sofferenza fisica di una persona non ha arrestato niente: è ora di cambiare. Lo dico a malincuore, ma c’è un forte bisogno di un richiamo ad una coscienza nuova, perchè così si arriva a calpestare l’uomo”. In questi anni, “Michele doveva rispondere alle cure mediche e anche ai continui attacchi: con chiarezza e freddezza vi dico che queti sono gesti amorali. Questa comunità ha espresso freddezza di cuore e bassezza di intelletto”. La stampa, a detta del parroco, ha la sua resposabilità in quanto presta il fianco alle polemiche. “A Giuda non stava più bene che Gesù fosse protagonista, così è riuscito a guadagnarsi un posto ed è diventato l’uomo che commerciava Gesù. In questi giorni di quaresima, la conversione deve essere lo stile nuovo”. Poi il ricordo del vice sindaco Raffaele Di Matteo, prematuamente scomparso a pochi mesi dal mandato elettorale. “Alla maggioranza e alla minoranza dico di calmarsi e non stremare più la gente di Guardia. I cittadini soffrono e gli amministratori devono preoccuparsi dei tanti problemi che attanagliano le comunità, come la disoccupazione, i problemi che insistono nella sanità, e tanto altro. Agli amministratori dico di prendere coscienza di quello che siamo: nessuno ha la soluzione in tasca per le cose. Chiedo di moderare il linguaggio e i termini, e ai sindaci chiedo che siano garanti di tranquillità e di serenità”. La sofferenza fisica del sindaco, non gli aveva consentito di mantenere costanti e vive le comunicazioni, ma a detta di Don Rino, così come testimonato anche dal vice sindaco Boniello, ha sempre manifestato l’interesse per il paese.