Dramma carceri: "Il tempo delle parole e attese è finito, ora basta"

Il sistema penitenziario in regione Campania è al collasso. Ecco i numeri del disastro

dramma carceri il tempo delle parole e attese e finito ora basta

Emblematica la feroce aggressione avvenuta nel carcere di Ariano Irpino. Quattro agenti, colpiti con un’inaudita violenza da un detenuto che successivamente si è tolto la vita...

Avellino.  

 Gravi problematiche di sicurezza negli istituti penitenziari della Regione Campania - Sit- in e interruzione delle relazioni sindacali.

Le segreterie regionali maggiormente rappresentative della polizia penitenziaria, nel denunciare il grave stato di abbandono in cui versano gli istituti penitenziari campani, si dichiarano preoccupate per le possibili ricadute su tutto il territorio regionale.

Le evasioni avvenute negli ultimi tempi e che hanno riguardato soprattutto l’istituto penitenziario di Avellino, ma non solo, ricordiamo anche l’evasione avvenuta dall’ospedale di Carinola in data 6 settembre; nonché, la tentata evasione di una detenuta dal centro penitenziario di Napoli Secondigliano il 30 agosto ed il detenuto evaso dal reparto Obi dell’ospedale Cardarelli all’inizio del mese di luglio, hanno sollevato nuove preoccupazioni sul controllo e la sicurezza sociale del territorio campano.

La situazione emergenziale, sempre più intollerabile, che stanno vivendo gli istituti campani può essere racchiusa in problematiche che segnaliamo da tempo:

AGGRESSIONI AL PERSONALE DI POLIZIA PENITENZIARIA

Da tempo denunciamo lo stato di insicurezza in cui lavorano i poliziotti penitenziari, numerosi sono gli episodi di aggressione nei confronti del personale di polizia penitenziaria ma anche di altre figure professionali, come ad esempio i sanitari, ed il mancato riconoscimento delle autorità istituzionali sono preoccupanti ed indubbiamente motivo di allarme.

Emblematica, a tal riguardo, l’ultima feroce aggressione ai danni di quattro unità di personale di polizia penitenziaria nel carcere di Ariano Irpino, colpiti con un’inaudita violenza da un detenuto che successivamente si è tolto la vita.

SOVRAFFOLLAMENTO

Problematica che, sicuramente interessa l’intero panorama nazionale, ma che in Campania sembra essersi acuita a seguito della ristrutturazione di un reparto detentivo della Casa Circondariale di Poggioreale ed il conseguente trasferimento dei detenuti ivi ubicati nei restanti istituti della Regione, senza una programmata interlocuzione con l’ufficio detenuti e trattamento del Provveditorato, né a quanto ci risulta con i superiori Uffici Dipartimentali, al fine di organizzare un piano adeguato ed idoneo per l’allocazione dei circa 400 detenuti.

Si è assistito, per tal via, ad un vertiginoso aumento della popolazione detenuta nelle restanti carceri che oramai non si riesce più a gestire, si riportano alcuni dati significativi:

AVELLINO 627 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 486.
NAPOLI POGGIOREALE 2078 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 1400.
SALERNO 590 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 433.
ARIANO IRPINO 325 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 270
SANT’ANGELO DEI LOMBARDI 177 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 124
BENEVENTO 405 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 259
SANTA MARIA CAPUA VETERE 980 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 819.
VALLO DELLA LUCANIA 60 detenuti a fronte di una capienza regolamentare di 42.

CARENZA DI ORGANICO

La Regione Campania, in base agli ultimi dati, presenta una considerevole percentuale di carenza di organico soprattutto se raffrontata al dato del sovraffollamento e quello della elevata anzianità di servizio del personale operante. Ci sono circa 1.300 agenti in meno rispetto a quelli previsti dalle recenti piante organiche definite con D.M. 12 luglio 2023.

Anche se negli ultimi anni c’è stata una lenta e graduale ripresa delle assunzioni nel ruolo agenti e contestualmente una ripresa dei concorsi per i ruoli superiori, la carenza di organico è comune e considerevole in quasi tutti gli istituti della regione Campania ed alimenta la tensione e lo stress, correlato alla gestione di un carico di lavoro non equilibrato.

SUICIDI IN CARCERE

Anche il tasso dei suicidi in carcere sembra avere una percentuale notevole rispetto al panorama nazionale. La Campania registra, da inizio anno, in totale ben 9 suicidi ed un omicidio avvenuto nella Casa Circondariale di Salerno in data 19 luglio 2024, a fronte di 63 suicidi avvenuti negli istituti del territorio nazionale, dunque una percentuale del pari a circa il 15%.

CHIUSURA CASA CIRCONDARIALE FEMMINILE DI POZZUOLI

Non può sottacersi, inoltre, la cattiva ed inadeguata, oltre che confusionaria, gestione amministrativa adottata dal Prap Campania, nel mese di maggio 2024, a seguito della chiusura della Casa Circondariale di Pozzuoli, causata dell’ultimo terremoto che ha determinato forti lesioni alla struttura rendendo lo stabile inadeguato ad ospitare sia la popolazione detenuta sia il personale di polizia penitenziaria.

I fenomeni di bradisismo, è doveroso ricordare, sono cominciati già nel mese di settembre 2024 per cui nessuno stato di emergenza si sarebbe dovuto configurare se il Prap Campania avesse adottato in via preventiva, con i Superiori Uffici Dipartimentali, ogni iniziativa utile circa l’eventuale assegnazione della popolazione detenuta, nonché della mobilità del personale di polizia penitenziaria.

A quanto pare, invece, il primo scenario di evacuazione è stato posto in essere soltanto ad aprile, mentre il terzo scenario di evacuazione, così come previsto dalla Protezione Civile, si sarebbe dovuto effettuare nelle giornate del 30 e 31 maggio.

Tale ritardo non solo ha comportato l’assegnazione dell’utenza presso istituti penitenziari/sezioni detentive non conformi ai circuiti penitenziari ed ai regimi detentivi propri delle detenute ivi assegnate; ma, anche, una gestione caotica del personale ivi in servizio.

Ancora oggi il Centro Penitenziario di Napoli Secondigliano destinato ad ospitare le detenute provenienti dalla CCF di Pozzuoli è scenario di tensioni ed eventi critici, mentre ci sono ancora detenute che sono ancora allocate a Benevento e a Salerno ed altre fuori Regione a Perugia, Venezia e Milano.

VISITE AMBULATORIALI E RICOVERI URGENTI IN OSPEDALE

Altro dato preoccupante è quello relativo alle visite ambulatoriali programmate ed i sempre più crescenti ricoveri urgenti presso i nosocomi cittadini ai sensi dell’art. 17 DPR 230/2000, che comportano seri problemi organizzativi connessi con la grave carenza di poliziotti penitenziari che devono assicurare l’accompagnamento degli stessi, tanto che si arriva costantemente a sguarnire in maniera pericolosa le sezioni detentive, senza contare poi le difficoltà a cui va incontro il personale di polizia penitenziaria che si vede costretto ad operare in contesti ospedalieri ove non è facile garantire adeguati condizioni di sicurezza.

ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO A LIVELLO PERIFERICO

In data 05 aprile 2024 è stato sottoscritto il nuovo Protocollo d’intesa regionale, in ossequio a quanto disposto dal nuovo Accordo Nazionale Quadro.

Ad oggi, nonostante siano trascorsi ben 5 mesi, i lavori per il rinnovo dei protocolli d’intesa locali non sono stati conclusi in quasi nessun istituto della Campania con grave nocumento per i lavoratori e per l’Amministrazione stessa e che, a parere delle OO.SS. del comparto sicurezza, è un ulteriore testimonianza di un fallimento gestionale.

TURNI DI LAVORO MASSACRANTI

In quasi tutti gli istituti della Regione si sta assistendo allo stravolgimento dell’organizzazione del lavoro e delle regole dettate dall’Accordo quadro Nazionale, il personale di polizia penitenziaria è costretto a svolgere turni di lavoro massacranti e frequente è il ricorso al lavoro straordinario; che per di più non viene neanche retribuito integralmente.

INESISTENZA DELLE RELAZIONI SINDACALI

Le relazioni sindacali hanno assunto contorni non rituali in aggiunta all’assenza di relazioni positive. Spesso si sono verificate situazioni in cui sono state adottate prima le decisioni e solo successivamente vi è stata la convocazione delle organizzazioni sindacali; come avvenuto, ad esempio, per la mobilità del personale in relazione alle criticità della Casa Circondariale di Avellino.

Tale modus operandi non solo non è rispettoso delle relazioni sindacali ma sta generando confusione e disorientamento tra il personale di polizia penitenziaria in servizio presso gli istituti penitenziari della Campania.

Le continue diffide sindacali che vengono prodotte hanno spesso ricevuto riscontri generici e non pertinenti e le contrattazioni sindacali a livello regionale non trovano la giusta attenzione. A ciò va aggiunta una mobilità indiscriminata ed un uso distorto dell’istituto delle assegnazioni temporanee disciplinato dall’art. 7 del D.p.r. n. 254/99 (che prevede la possibilità, da parte dell’Amministrazione Penitenziaria, di concedere al personale un’assegnazione provvisoria allo scopo di fronteggiare gravissime motivazioni di carattere personale e familiare, adeguatamente documentate) non consentendo in tal modo una rotazione ed una fruizione ad un numero più ampio di richiedenti, in dispregio a quanto stabilito dalla Circolare GDAP. n. 0047332 del 08/02/2018.

MANCATO TRASFERIMENTO DEI DETENUTI FUORI REGIONE A SEGUITO DI AGGRESSIONI AL PERSONALE

Altra rilevante problematica su cui si è più volte intervenuti e che incide negativamente sul mantenimento dell’ordine e della sicurezza degli istituti campani è il mancato trasferimento di quei detenuti che si sono resi responsabili di aggressioni nei confronti del personale di polizia penitenziaria. Purtroppo non abbiamo mai ricevuto una risposta immediata sia a livello di Provveditorato che a livello Dipartimentale. Il tutto in dispregio all’art. 42 O.P. ed alle più volte citate circolari dipartimentali, da ultimo, la Circolare 22 luglio 2020 n. 3689/6139, avente ad oggetto "Aggressioni al personale - linee di intervento" che sul punto prevede espressamente l'immediato trasferimento dei detenuti che si sono resi responsabili di aggressioni consumate ai danni del personale.

L’utilizzo di tale strumento, che non può e non deve essere considerato solo un mezzo per rimandare il problema a qualcun altro, sarebbe di fondamentale importanza in un’ottica di responsabilizzazione e di revisione critica di quei detenuti che si sono resi responsabili di violenti atti turbativi dell’ordine e della sicurezza interna agli istituti penitenziari e di violente aggressioni al personale.

SELVAGGE MOVIMENTAZIONI DEI DIRIGENTI DI POLIZIA PENITENZIARIA

Denunciamo da tempo l’anomala movimentazione fra i vari istituti della Campania del Personale di Polizia Penitenziaria appartenente alla carriera dirigenziale. Ma ancora assistiamo all’assegnazione provvisoria di talune unità per coprire istituti privi di una figura dirigenziale lasciando scoperte altre sedi altrettanto problematiche; così come, continua a verificarsi il conferimento di incarichi in favore di talune unità, senza l’adozione di apposite procedure d’interpello e con il pregiudizio per le altre unità.

Alle nostre denunce il Provveditorato della Regione Campania ha sempre risposto che si tratta di provvedimenti concordati e valutati dai vertici Dipartimentali, quasi a “lavarsene le mani”. Analogamente avviene per le problematiche legate al mancato trasferimento dei detenuti fuori Regione, il Provveditorato Campano scarica sul dipartimento.

Noi riteniamo che un provveditore, quale autorevole dirigente generale, non può scaricare responsabilità che sono sue sul dipartimento o sul ministero.

Il tempo delle parole e delle attese è finito! È necessario agire e dare risposte concrete: il sistema penitenziario in regione Campania è al collasso!!

La nota è a firma di Sappe, Sinappe, Uilpa, Uspp, Fns, Cisl, Cnpp (T. Guacci) (O. Scocca) (D. De Benedictis) (C. Auricchio) (L. Sorrentino) (M. Cuccaro)