Dolce Vita, giro di mazzette per gli appalti tra Festa, Guerriero e imprenditori

Le indagini hanno portato alla luce un sistema di corruzione sistematica e consolidata

Avellino.  

Corruzione per l’esercizio della funzione e corruzione in concorso, sono i reati contestati dalla procura della Repubblica di Avellino a quattro imprenditori oltre che all’ex sindaco di Avellino Gianluca Festa (ora ai domiciliari) e al tecnico Fabio Guerriero. Gli imprenditori raggiunti dalla misura cautelare del divieto di contrattare con la Pubblica Amministrazione M.C. di Sturno, F.A.C di Guardia dei Lombardi, E.P. di Avellino residente a San Martino Valle Caudina ed E. L. di San Martino Valle Caudina, residente a Benevento.

Il passaggio di denaro

Per gli inquirenti di Piazzale De Marsico sussistono gravi indizi di colpevolezza a carico di Festa e Guerriero e gli imprenditori raggiunti dalla misura interdittiva. In particolare, nel contesto delle trattative portate avanti da Guerriero per conto di Festa, ha ricevuto dall'imprenditore E.P. la dazione di 10mila euro corredata all'affidamento dei lavori di sistemazione del Torrente Fenestrelle. 

La posizione di Fabio Guerriero

Ad avviso degli inquirenti seppur formalmente estraneo all'Amministrazione comunale ha dimostrato "una non comune capacità di inserirsi nelle scelte amministrative piegando al proprio volere l'attività di gestione della cosa pubblica (come nel caso del concorso per funzionaria tecnica). Inoltre, ad avviso della pubblica accusa ha avuto "un ruolo fondamentale  nell'ambito del consolidato patto corruttivo messo in piedi da Festa, fornendo il proprio imprescindibile contributo in occasione di numerose vicende corruttive". Ed ancora Guerriero è visto come una sorte di "plenipotenziario delegato dal sindaco a concordare con gli imprenditori importi e modalità delle dazioni corruttive che aveva anche un certo margine di autonomia e discrezionalità in questo ambito”.

Un passaggio sul nuovo sindaco di Avellino

Nell'ordinanza, un passaggio anche su Laura Nargi che ad avviso degli inquirenti, da ex vice sindaco della giunta Festa, avrebbe "prelevato e fatto sparire documenti all'interno dell'ufficio del primo cittadino nei giorni immediatamente precedenti l'espletamento di una perquisizione" presso  gli uffici comunali.