Avellino, falso in bilancio comunale 2013: tutti assolti

Tra 90 giorni le motivazioni della sentenza emessa dal tribunale di Avellino

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Falso in bilancio 2013, tutti assolti "perchè il fatto non costituisce reato". Questa la sentenza emessa dal tribunale di Avellino per i quattro imputati. Sentenza di assoluzione in primo grado anche per il dirigente comunale, Gianluigi Marotta per il quale il pubblico ministero aveva chiesto due anni di reclusione, pena sospesa. Assoluzione per l’assessore comunale Angelina Spagnuolo e per i revisori contabili Antonio Savino, Ottavio Baretta e Antonio Pellegrino. Queste le richieste invocate dal pubblico ministero Luigi Iglio al termine della sua requisitoria nella precedente udienza, ma il tribunale ha assolto tutti.

Le accuse

L’inchiesta sulle presunte irregolarità nel bilancio dell’anno 2013 fu chiusa nel 2017 e ad avviso della pubblica accusa, sarebbe stato compiuto il falso per il mancato inserimento della voce pignoramenti nel documento contabile del 2013. Il caso fu sollevato già in sede di consiglio comunale dal capogruppo de «La svolta inizia da te» Costantino Preziosi che presentò un esposto negli uffici della Procura di Avellino. Denuncia nella quale venivano evidenziate una serie di inadempienze contabili.

Il contenuto delle dichiarazioni di Marotta

 “I pignoramenti e le procedure esecutive nel Bilancio 2013 non superavano i 90mila euro, quando la soglia per il Comune di Avellino era di 250mila euro". A sostenerlo il dirigente del comune di Avellino che, nel corso dell’esame imputato, chiarì le contestazioni mosse nei suoi confronti, dell'ex assessore comunale e dei revisori dei conti, difesi dagli avvocati Benedetto Vittorio De Maio, Carmine Danna, Luigi Petrillo, Raffaele Tecce, Giuseppe Saccone  e Francesco De Beaumont. Il dirigente comunale l’11 maggio scorso Marotta venne ascoltato in aula e precisò che i tre pignoramenti presi in considerazione dalla Procura nelle indagini non potevano essere considerati esistenti.