di Paola Iandolo
Montoro – Tentata estorsione: condannato a tre anni e sei mesi G. I. per tentata estorsione e lesioni, prosciolto per altri episodi di lesioni ed estorsioni per intervenuta prescrizione. Assolto il suo presunto complice N. S. Il pubblico ministero al termine della sua requisitoria aveva chiesto tre anni e quattro mesi. Per due testimoni il pubblico ministero ha chiesto l’invio degli atti in procura per falsa testimonianza.
La ricostruzione
G.I. e N. S. erano finiti alla sbarra degli imputati dopo le denunce presentate dal titolare di un’impresa edile di Montoro e di un suo dipendente, difesi dagli avvocati Anna Caserta. Il tentativo di estorsione fu compiuto nei pressi dell’autolavaggio “Cerrato”. G. I. difeso dall’avvocato Marino Capone, nell’ottobre del 2013 – stando a quanto sostenuto dagli inquirenti - puntò alla gola dell’imprenditore un coltello e poi cercando di colpirlo al femore gli disse «ti ammazzo» e rivolgendosi al suo dipendente disse «tu sei il prossimo… sei la ciliegina sulla torta». In un secondo momento avrebbe aggredito i due con un bastone provocandogli ad entrambi un trauma contusivo agli arti superiori delle due vittime. Mentre li colpiva agli arti continuava ad inveire contro di loro dicendo «siete finiti… non dovete lavorare più… la vostra ditta non deve lavorare più… devo lavorare solo io». Le due vittime in quell’episodio riportarono ferite giudicate guaribili in 4 e 2 giorni per le contusioni riscontrate dai sanitari. Ma l’imprenditore edile di Montoro era già stato minacciato e picchiato da G.I. e N. S., anche nel settembre del 2013. I due imputati – stando alla ricostruzione effettuata dagli inquirenti – inseguirono l’imprenditore edile con due automobili e lo minacciarono dicendogli «non ci devi venire più sotto casa mia… che ci passi a fare» e lo colpirono con ripetuti e violenti schiaffi al volto tanto da cagionargli contusioni multiple al volto e una distorsione alla rachide cervicale. Ferite giudicate guaribili dai medici in 7 giorni. Attese le motivazioni della sentenza per impugnarla.