Omicidio Gioia, la difesa di Elena: servono condanne giuste, no a pene esemplari

Il processo è in corso nell'Aula di Corte di Assise del tribunale di Avellino

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Omicidio Gioia, è il giorno delle discussioni degli avvocati. "No a pene esemplari". Ha esordito così l’avvocato Livia Rossi, difensore di Elena Gioia – accusata insieme all’ex fidanzato Giovanni Limata dell’omicidio del padre di lei, Aldo, massacrato sul divano di casa con 15 coltellate – la sua discussione finale. “Non abbiamo bisogno di giustizialismo, la sentenza non deve soddisfare le attese della piazza, visto che il caso è molto mediatico. La sentenza deve essere giusta, non esemplare”.

Le arringhe

Presenti in aula, per assistere alla discussione dei loro avvocati, prima della sentenza, entrambi gli imputati per assistere alle discussioni dei loro difensori. La parola dopo la discussione finale dell’avvocato Rossi, passerà all’avvocato Rolando Iorio, difensore di Limata.

Le richieste del pubblico ministero Vincenzo Russo

Il pm, la scorsa udienza, al termine della requisitoria ha chiesto 24 anni di reclusione per Giovanni Limata e 24 anni di reclusione per l’ex fidanzata Elena Gioia. Il 23enne di Cervinara, accusato dell’omicidio di Aldo Gioia, diede segni di sofferenza dopo le richieste del pm e diede anche delle testate alla porta mentre usciva dalla cella di sicurezza. Avrebbe persi anche i sensi e gli agenti, dopo averlo fatto riprendere, lo hanno tradotto in carcere.  Elena invece era assente.