Avellino, frode milionaria sui carburanti: misure cautelari e sequestri

Ad Avellino, Salerno e Napoli sequestri per 3,2 milioni e sei provvedimenti di obbligo di dimora

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Avellino.  

E' partita da Trento la maxi indagini, che ha portato gli inquirenti a smantellare un'organizzazione criminale transnazionale, dedita alla frode nel settore dei carburanti. Oggi, giovedì 9 febbraio, sono state eseguite 6 misure cautelari personali e sequestrato beni per oltre 3,2 milioni di euro a carico di 41 indagati.

I finanzieri del Comando provinciale della Guardia di Finanza di Trento, coadiuvati dai colleghi del Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata (Scico) e di numerosi Reparti territoriali del Corpo sul territorio nazionale, con il supporto dell’Eurojust, l’organo di cooperazione giudiziario europeo e l’ausilio di funzionari dell’Agenzia Europol, nell’ambito d’indagini delegate dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Trento in materia di frodi nel settore dei carburanti per autotrazione, hanno dato esecuzione a un’ordinanza che ha disposto l’applicazione di misure cautelari personali dell’obbligo di dimora nei confronti di 6 soggetti e il sequestro di beni per 3,2 milioni di euro. 

Il sequestro per oltre tre milioni 

L’esecuzione del provvedimento dell’Autorità giudiziaria, avvenuta nelle province di Bari, Foggia, Barletta-Andria-Trani, Napoli, Avellino e Salerno, oltre che in Lituania e  Lettonia, ha portato a un maxi sequestro di saldi attivi dei conti correnti, beni immobili di pregio e auto di lusso degli indagati, per un valore corrispondente al profitto. Inoltre, lo stesso provvedimento ha permesso agli inquirenti di cautelare un distributore di carburante, un sito di stoccaggio clandestino e 48 automezzi (motrice e rimorchio) per un valore complessivo pari a circa 3,2 milioni di euro. 

Il provvedimento, a firma del Gip (Giudice per le indagini preliminari) del tribunale di Trento, su richiesta della procura distrettuale della Repubblica, è stato emesso sulla base di quanto emerso dalle indagini condotte dalle fiamme gialle trentine. Complessivamente, l’indagine vede il coinvolgimento di 41 indagati, di cui 12 di nazionalità estera, ritenuti, a vario titolo, salvo il principio di presunzione d'innocenza, responsabili di aver partecipato o concorso a un’associazione per delinquere a carattere transnazionale dedita alla commissione dei reati di sottrazione all’accertamento o al pagamento dell’accisa sul gasolio da autotrazione.

Le indagini:

Le indagini, condotte dal Gico del nucleo polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Trento, insieme al gruppo di Trento, sotto la direzione dell’Autorità giudiziaria trentina, sono iniziate dopo un controllo allo scalo internodale di Trento di un autoarticolato proveniente dalla Germania, condotto da un cittadino lettone, diretto in provincia di Foggia. L’autista, in quel momento, stava trasportando formalmente 26.000 litri di olio lubrificante, rivelatosi, a seguito di specifiche analisi, gasolio per autotrazione.
Le successive e articolate indagini sono state eseguite tramite tecniche d'intercettazioni, numerosi servizi di osservazione e incrociando le informazioni acquisite nelle banche dati in uso al Corpo, hanno permesso di ricostruire un consistente e consolidato illecito traffico internazionale di gasolio, gestito da persone che si trovano in Lettonia, Lituania, Germania e Italia, finalizzato a introdurre e commercializzare sul territorio italiano prodotto energetico in evasione d’imposta (accisa).

5 Milioni di litri di prodotto petrolifero introdotto illegalmente in Italia

Le fiamme gialle hanno ricostruito ben 204 episodi d'illecita importazione e ricostruito un totale di 5 milioni di litri di prodotto petrolifero introdotto illegalmente sul territorio nazionale, nel periodo 2021-2022. Al vertice dell’associazione per delinquere, composta da 5 indagati, è risultato esserci un cittadino lituano residente in Germania che, affiancato dal gestore di una ditta di autotrasporto, riforniva il prodotto energetico a tre sodali che, in provincia di Foggia, rivestivano il ruolo di grossisti.

Durante le investigazioni è emerso che il gasolio proveniente da un sito di stoccaggio localizzato in Germania, a di Forst (al confine con la Polonia) veniva trasportato all’interno di “cubotti” di plastica, a loro volta caricati su automezzi pesanti di nazionalità lettone o lituana, i quali, percorrendo la rete autostradale europea, arrivavano in Italia attraversando il confine del Brennero. 

La staffetta

Nell’ultima parte del tragitto, l’organizzazione, per prevenire possibili controlli prima di arrivare nei depositi clandestini dislocati nelle province di Foggia, Bari e Barletta-Andria-Trani, si occupava anche della staffetta dei camion. 

Nei luoghi di stoccaggio, in particolar modo all’interno di quello principale che si trovava nel comune di Cerignola, il gasolio veniva travasato dentro autocisterne per la successiva consegna, sul territorio nazionale, ai clienti finali, costituiti prevalentemente da “pompe bianche”, imprese edili, aziende di trasporto e depositi commerciali. 

Per eludere eventuali controlli, la cessione nazionale veniva scortata da documentazione fiscale artefatta, “E-das” attestanti fittiziamente l’avvenuto pagamento delle accise, che veniva emessa da due società con sede in provincia di Napoli e Foggia. 

 

Nel corso dell’indagine, su autorizzazione dell’Autorità giudiziaria, oltre 50 mila litri di carburante, sottoposto a sequestro nel corso dei controlli su strada, sono stati destinati ai vigili del fuoco di Trento e utilizzati per rifornire i mezzi di soccorso.