di Paola Iandolo
Riceviamo e pubblichiamo la posizione del custode giudiziario della Ferrari Testarossa.
"Con riferimento all’articolo recentemente pubblicato sulla Ferrari Testarossa, in qualità di custode giudiziario del veicolo, ritengo necessario esprimere il mio disappunto per le affermazioni riportate, che ledono gravemente la mia reputazione professionale e personale". Nello specifico, il custode precisa in merito "alla mancata manutenzione. Una volta dissequestrata, l’auto ha però avuto bisogno di una manutenzione straordinaria, a cui nessuno aveva provveduto. Quando è uscita dal deposito del custode giudiziario era in pessime condizioni. Quasi un catorcio” Ritengo che la pubblicazione di tali affermazioni, basate esclusivamente sulle parole del sig. Scaperrotta, senza alcuna verifica documentale, sia estremamente superficiale e inaccettabile per una testata giornalistica che vuole mantenere la propria credibilità.
Desidero chiarire in primo luogo che "Non è corretto affermare che vi sia stata una causa durata 32 anni conclusasi a favore del sig. Scaperrotta. La verità è che l’auto è stata acquisita dalla moglie tramite una procedura fallimentare. In secondo luogo non ho mai percepito alcun compenso per la custodia fallimentare della Ferrari Testarossa. ed ancora contrariamente a quanto riportato, l’auto non è mai stata in pessime condizioni. Per scrupolo personale ho scelto di custodirla in un locale chiuso e buio, proteggendola al meglio. Ho evitato persino di aprire le tapparelle per prevenire danni ai pigmenti della carrozzeria, mantenendo il veicolo nelle migliori condizioni possibili. Nel corso degli anni, il veicolo è stato visionato più volte dai curatori fallimentari, i quali hanno redatto verbali ufficiali in cui si attesta lo stato impeccabile della custodia".
Ed ancora, in merito alla manutenzione Gabriele Bello precisa che "La manutenzione di un bene sotto sequestro non rientra tra le competenze del custode giudiziario, salvo autorizzazioni specifiche, che non sono mai state richieste nel caso in esame. Inoltre, non disponendo di fondi dedicati, sarebbe stato impossibile sostenere spese di manutenzione straordinaria per un periodo così prolungato. Alla luce di quanto sopra, le affermazioni riportate nell’articolo distorcono gravemente la realtà, insinuando una mia presunta negligenza e compromettendo la professionalità che ho costruito in oltre 40 anni di carriera".
"Pur comprendendo il diritto di cronaca e l’intento di riportare le dichiarazioni del sig. Scaperrotta, ritengo che fosse vostro dovere verificare i fatti con scrupolo, evitando di pubblicare accuse infondate che ledono l’immagine altrui. Lui dice di essere "ormai tanto legato a questa auto da considerarla parte di me, non riesco ad immaginarla nelle mani di un altro autista. Deve restare ad Ariano Irpino, a dimostrazione della serietà del suo possessore.” E ancora: “La Ferrari è diventata nel tempo il simbolo della sua tenacia e della sua onestà imprenditoriale.” Se con questo articolo, privo di verità e fondato su dichiarazioni unilaterali, il sig. Scaperrotta intende dimostrare la propria “onestà imprenditoriale. Mi permetto di sottolineare che il suo approccio non è coerente con i fatti. La verità non può essere piegata a proprio vantaggio a scapito della reputazione di chi, come il sottoscritto, ha sempre agito con scrupolo e professionalità. Inoltre, è opportuno ricordare che l’onestà non si dimostra screditando il lavoro altrui, né distorcendo il contesto legale e operativo che ha regolato la custodia del bene in questione. Chiedo, pertanto, una rettifica immediata e adeguata sulle vostre pagine, che riporti i fatti in maniera corretta e oggettiva. Resto a disposizione per fornire eventuale documentazione a supporto delle mie affermazioni. In attesa di un vostro riscontro, porgo distinti saluti. Gabriele Bello, Custode Giudiziario"