Clan Sangermano, Luigi Vitale risponde al gip respingendo le accuse

Per gli altri consociati al sodalizio criminale Vitale non tradisce mai

clan sangermano luigi vitale risponde al gip respingendo le accuse
Pago del Vallo di Lauro.  

Clan Sangermano, ha risposto a tutte le domande del gip Fabrizio Finamore, l’indagato Luigi Vitale (detenuto nel carcere di Bellizzi Irpino) respingendo le accuse formulate dagli inquirenti nei suoi confronti. Luigi Vitale detto O’Stak, affiancato dal suo avvocato Gaetano Aufiero ha tentato di chiarire la sua posizione nel corso dell’interrogatorio di garanzia. Vitale è già stato coinvolto nel processo sulle connivenze tra esponenti del clan e gli amministratori del comune di Pago del Vallo di Lauro. Vitale fu l’unico ad essere condannato in primo grado a 7 anni di reclusione e in appello ridotta a sei anni e 8 mesi per l’episodio di estorsione nei confronti di Patrizio Donnarumma, titolare di una ditta edile.

Le nuove accuse nei suoi confronti

Stando all’impianto accusatorio Vitale è un componente attivo del clan Sangermano ed è ad avviso degli inquirenti giudicato una persona molto affidabile dagli altri consociati. In particolare dalle dichiarazioni rese agli inquirenti dal collaboratore di giustizia Aniello Acunzo è emerso che Vitale insieme all’indagato Paolo Nappi detto Papino, “nel 2010 avvicinarono un imprenditore impugnando una pistola e gli chiesero 60mila euro a titolo estorsivo su ordine di Agostino Sangermano”. Per risolvere la questione fu organizzato un incontro così come ricostruisce il collaboratore di giustizia: “io e Florio Galeotalanza andammo armati, Sargeramano venne in compagnia di Paolo Nappi e Antonio O’Malommo, titolare di un canile a Marzano. In quella circostanza affrontai Agostino Sangermano e gli dissi che non doveva fare estorsioni al titolare della suddetta ditta in quanto era amico di Biagio Cava”. Sangermano replicò sostenendo che non era vero che il titolare della ditta era amico nostro in quanto aveva detto di essere amico dei fratelli Russo di Nola. “Io mi arrabbiai e minacciai Sangermano impugnando la pistola e a quel punto intervenne Florio Galeotalanza a calmare gli animi, ponendo fine alla discussione. Allora Sangermano e i suoi amici andarono via e noi andammo dal titolare della ditta di impiantistica minacciato da Vitale e Nappi e pretendemmo la somma di 15mila euro per il nostro intervento”.