Frode fiscale, interdetti amministratori e consulente società

Tre indagati nell'inchiesta della Procura di Benevento e della finanza di Ariano

Ariano Irpino.  

Per dodici mesi non potranno esercitare, rispettivamente, l'attività imprenditoriale e la professione. E' la misura interdittiva disposta dal Gip in un'indagine della procura di Benevento e della guardia di finanza dii Ariano Ipino a carico degli amministratori e del consulente fiscale di una società a responsabilità limitata operante nel settore trasporto merci su strada, con sede nella provincia irpina. Tutto era iniziato nel 2017 con una verifica fiscale al termine della quale erano stati denunciati, per dichiarazione infedele – indebita compensazione, il rappresentante legale, l’amministratore di fatto ed il consulente fiscale.

Dall'attività di ispezione sarebbe emerso che la società, nell’annualità d’imposta 2013 e 2014, “ha intrattenendo rapporti commerciali con vari operatori economici, indicando nelle dichiarazioni annuali ai fini Iva – si legge in una nota a firma del Procuratore Aldo Policastro -, elementi attivi per un ammontare inferiore a quello effettivo, congiuntamente per un’imposta evasa annuale superiore a 150.000 euro e con un ammontare complessivo degli elementi attivi sottratti all'imposizione, superiore al dieci per cento dell'ammontare complessivo degli elementi attivi indicati nella dichiarazione relativa all’Iva, per un totale di imposta evasa pari ad 328.377,48 euro”.

Inoltre, “la società non versava le somme dovute a titolo di imposta per le annualità 2012, 2013, 2014, 2015, 2016, 2017, utilizzando in compensazione, mediante utilizzo di deleghe di pagamento Modello F24, crediti inesistenti per un importo annuo superiore ad 50.000 euro, per un totale di 1.133.004,53 euro”.

Da qui, nell’agosto 2018, un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente, dal Gip, su richiesta della Procura, per un valore di 1.461.382 euro relativo a depositi bancari, titoli finanziari, beni mobili ed immobili nella disponibilità della società.

“L’acquisizione dei gravi indizi di reato nei confronti dei tre indagati e il carattere sistematico delle condotte criminose poste in essere rendevano concreto ed attuale il pericolo di reiterazione nel reato e imponevano l’adozione della misura” interdittiva. In particolare, “nei confronti degli indagati, legati da vincoli di parentela, sono stati acquisiti gravi indizi, ciascuno per il ruolo e qualità ricoperti, in ordine ad una interrotta, sin dal 2012, attività di frode fiscale, anche a fronte delle verifiche già effettuate da parte della Guardia di Finanza”.