L'omicida: «Non ricordo», poi muto davanti al gip

Frasi sconnesse e silenzio. Durante l'interrogatorio. La difesa valuta perizia psichiatrica.

L'avvocato, Roberto Romano, potrebbe anche chiedere il trasferimento del 71enne, Luigi Bellizzi, in una struttura medica idonea a fornirgli la migliore assistenza viste le sue condizioni di salute.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Non posso parlare di cose che non ricordo». E altre frasi sconnesse, interrotte da lunghi silenzi. Il giudice ha provato a riallacciare il filo degli eventi, ma è stato tutto inutile. Luigi Bellizzi, 71 anni, accusato dell'omicidio della sorella Giuseppina e del tentato omicidio del fratello Gennaro, non aveva più niente da dire. Si è chiuso in un nulla di fatto l'interrogatorio del gip, Fabrizio Ciccone, che si è tenuto questa mattina in carcere a Bellizzi. Dove l'indagato è rinchiuso dalle 22 di giovedì. La mattina era stato arrestato nell'appartamento dove è stato rinvenuto il cadavere della sorella. Luigi Bellizzi, affiancato dall'avvocato Roberto Romano, è apparso confuso e provato durante l'interrogatorio.

«Sono tre giorni che non chiude occhio», ha raccontato il suo legale. La difesa valuta l'ipotesi di un incidente probatorio durante il quale chiedere una perizia che accerti le condizioni psichiche dell'anziano. Una consulenza per chiarire la sua capacità di intendere e di volere durante l'omicidio della sorella, confessato ai carabinieri prima che lo arrestassero. Inoltre il parere medico dovrebbe provare anche l'idoneità del 71enne di sostenere un eventuale giudizio in aula. Presto potrebbe arrivare anche una richiesta per trasferire l'indagato in una struttura medica idonea ad assisterlo nel miglior modo possibile.

Nonostante la confessione dell'assistito, l'avvocato ritiene che vadano poi approfonditi alcuni aspetti relativi al litigio con l'altro fratello, finito in ospedale con una profonda ferita da taglio alla mano sinistra e un altra alla gola. L'indagato ha il volto tumefatto a causa della colluttazione. 

Lunedì verrà conferito l'incarico al medico legale, Elena Picciocchi, che si occuperà dell'autopsia sul cadavere di Giuseppina Bellizzi. Gli elementi emersi durante l'esame esterno del cadavere suggeriscono una morte per soffocamento, probabilmente con l'uso di un cuscino dopo una colluttazione. Meno probabile l'ipotesi di uno strangolamento. Terminato l'esame autoptico la salma sarà liberata e i parenti potranno organizzare il funerale.