La richiesta dell'Antimafia è stata formalizzata: rinvio a giudizio per gli 11 imputati dell'inchiesta sui presunti rapporti tra clan e amministrazione comunale a Pago Vallo Lauro. Il 30 marzo scorso, infatti, i sostituti della Dda di Napoli, Francesco Soviero e Simona Rossi, hanno firmato le richieste di rinvio a giudizio per reati che vanno dall'abuso in atti d'ufficio al peculato e all'estorsione, aggravati dal metodo mafioso. L'udienza preliminare si svolgerà il 3 maggio prossimo davanti al Gup del Tribunale di Napoli.
Gli imputati sono quelli rimasti coinvolti nel blitz scattato all'alba del 7 dicembre scorso quando, a seguito delle indagini della Squadra Mobile di Avellino e del Commissariato di Polizia di Lauro, vennero notificate diverse ordinanze di misure cautelari, firmate dal Gip del Tribunale di Napoli, Isabella Iaselli.
Chiesto il rinvio a giudizio, innanzitutto, per l'ex sindaco di Pago Vallo Lauro. Giuseppe Corcione dovrà rispondere per l'episodio di tentata concussione inerente l'acquisto di un terreno e di agevolazione al clan Cava per la vicenda dei tagli boschivi. Entrambe le contestazioni sono aggravate dal metodo mafioso.
Richiesta di rinvio a giudizio anche per l'attuale Presidente del Consiglio Comunale (all'epoca dei fatti vice sindaco) Andrea Amoroso, scarcerato dal Riesame, e per Luigi Vitale, 43enne pregiudicato ritenuto vicino al clan, che è in carcere per un'ipotesi di estorsione ai danni di un imprenditore di Quindici. A giudizio anche tutti gli altri indagati, ad eccezione del dirigente dell'Utc Luigi Scafuro, dell'architetto Antonio Scafuro e dell'imprenditore Francesco Scala. Nei loro confronti il pm Soviero, anche alla luce delle motivazioni presentate al riesame, ha disposto uno stralcio e si va verso l'archiviazione.