Acqua. Con la Gori 16 comuni irpini

Il provvedimento sarà discusso ed approvato domani in Consiglio Regionale

Montoro, Solofra, e la Bassa Irpinia nell’articolazione territoriale 2 Sarnese - Vesuviano

Montoro.  

«E' assurdo che la Regione Campania nelle sue articolazioni non riesca a fornire una risposta tempestiva all'emergenza ambientale che stiamo vivendo nel comprensorio montorese-solofrano e poi decide in assoluta autonomia su un argomento così delicato come la riorganizzazione del sistema idrico». Così il sindaco di Montoro, Mario Bianchino. «Per quanto ci riguarda non abbiamo alcuna intenzione di essere associati al comprensorio 'sarnese-vesuviano'.

 

La realtà di Montoro, come pure quella di Solofra, sono caratterizzate da esperienze gestionali che ci legano alla realtà irpina. E questo dato rende ancora più incomprensibile la decisione della Regione Campania di andare oltre il tradizionale ambito 'sarnese-vesuviano' arrivando ad includervi anche realtà come quella montorese e solofrana, piuttosto che i comuni dell'area del Vallo Lauro Baianese». «Come sindaco», continua Bianchino, «fin da ora ribadisco la disponibilità del Comune ad appoggiare e sostenere qualsiasi iniziativa per contrastare la proposta di legge approntata dal governatore Caldoro e dall'assessore regionale all'ambiente Giovanni Romano».

 

E proprio rispetto all'emergenza ambientale legata al tetracloroetilene: «non è concepibile che ci siano degli Enti che rallentano l'assunzione delle decisioni a vantaggio del territorio semplicemente rifiutandosi di esprimersi. Rispetto alla vicenda dei pozzi, gli enti competenti si stanno esibendo un confronto dialettico e filosofico, badate bene, non per autorizzare l'utilizzo a fini potabili dei pozzi ma solamente per decidere se è possibile o meno l'attività di spurgo del tetracloroetiolene. Nel frattempo oggi (ieri ndr) c'è stato l'avvio delle analisi dell'Asl sui pozzi a valle messi a disposizione dal Consorzio di bonifica integrale. Ma è concepibile lasciare un sindaco da solo ad affrontare una simile emergenza nel silenzio totale di tutti gli enti competenti». Sulla questione del riordino del servizio idrico interviene anche Lello De Stefano, presidente dell'Alto Calore. «Lo scenario che si viene delineando», spiega, «non fa altro che sovvertire il ruolo centrale che la provincia di Avellino e di Benevento hanno sempre avuto in materia di reti e di fonti idriche». «I nostri territori», continua De Stefano, «sono autonomi dal punto di vista idrico ma continuano a vivere una forte situazione di fragilità e questo per le risorse che trasferiamo in Puglia ed a Napoli.

 

Il tutto si traduce nella difficoltà che incontriamo a reperire quei centro litri d'acqua al secondo per ripianare lo squilibrio che si è creato nel sistema dopo la chiusura dei pozzi del montorese». Ed ancora: «L'ho detto e lo ripeto. Abbiamo bisogno di una legge quadro che disciplini tutti gli aspetti legati al capitolo acqua, dalle fonti alla depurazione alla messa in sicurezza del territorio». E rispetto alla proposta di riorganizzazione: «Ci si muove oltre la logica e senza tenere conto di quello che è il sistema acquedottistico».

Giuseppe Aufiero