Fiordellisi su parole Aiello e Airoma: "Classi dirigenti recuperino credibilità"

Il segretario Cgil: "Si apra una discussione pubblica"

fiordellisi su parole aiello e airoma classi dirigenti recuperino credibilita

Il testo di quella che il leader del sindacato ha definito una lettera aperta

Avellino.  

"Sulle parole del Vescovo di Avellino Aiello sul lavoro ma anche sulle dichiarazioni del Procuratore della Repubblica di Avellino Airoma sui colletti bianchi e criminalità organizzata, è utile aprire una discussione pubblica, seppur articolata e complessa, sulle responsabilità classi dirigenti di Avellino e comunque di chi ha ruoli, nella società.

Colpiscono le parole del Vescovo Aiello: “La politica è sintesi di passione per la polis e intelligenza. Ma richiede credibilità.Le ideologie richiedono immedesimazione, sono idee con le ali”; l’agire degno e onorevole di chi fa politica, ricopre ruoli dirigenziali, beruf con passione, etica ed umanità e sulle parole del Procuratore Airoma “Le organizzazioni lucrano invece su quello che offre il territorio: fondi pubblici, usura, droga” come detto in premessa dovrebbero aprire ben più di una “discussione”. 

Di fatto oggi siamo in una palude, alla ricerca di una organizzazione sociale, sulle rovine di una società de-ideologizzata tranne che per il mercantilismo, da qui la ragionare su come ridefinire prospettive ideali, umane e sociali altrimenti avremo la società più egoista e accidiosa.
Questi sono gli argomenti e fanno il paio con la fine delle ideologie “sociali” a favore del liberismo finanziario, darwinismo sociale, che colpevolizza deboli e povertà, ma contro cui come sindacato la Cgil, con poche altre realtà nazionali laiche e cattoliche, combattiamo, denunciandone i guasti.

Alcuni parlano di società fatta di meriti per avere qualcosa, perché tutto è mercato, finanza, eliminando la solidarietà sociale, mentre noi vogliamo parlare di persone con diritti e doveri, in un sistema solidale, democratico, che garantisca partecipazione e pari opportunità. Nei luoghi di sfruttamento, dai piccoli e frastagliati ai grandi, manifatturiero, logistica, agricoltura, ristoranti, mense, negozi, supermercati, raccolta rifiuti, servizi, ecc., in cui dilaga il lavoro povero, cerchiamo di ridare senso e dignità al Lavoro, ponendo attenzione, dedizione, umanità.

Nel caso della Denso, dopo anni di precariato, situazioni articolate, diverse, gestite da questo o da quel politico, con relazioni sindacali opache, perché scarseggiando  lavoro dignitoso e sevizi pubblici, tali criticità creano soggezione e sacche di clientelismo. La Denso ha gestito il personale diretto e somministrato, grazie a norme sul lavoro susseguitesi negli anni,  ora si deve  gestire con intelligenza e trasparenza le soluzioni utili, possibili, nel tempo. Le sollecitazioni e osservazioni di soggetti, dal forte radicamento sociale, aiutano sempre, seppur con le difficoltòà temporali che non coincidono con le vite di lavoratrici, lavoratori e loro famiglie, che vanno in crisi, con ammortizzatori sociali finiti, Reddito di cittadinanza quasi cancellato, i meno abbienti ingrossano la platea di  indigenti.

La CGIL ha sempre previsto la partecipazione, il confronto, tramite assemblee in cui ci si sofferma a riflettere e decidere, sempre ricercando la partecipazione di tutt?, non solo iscritti, che ai più sfugge, questi momenti danno linfa e concretezza alla rappresentanza, autorevolezza, per affrontare gli interlocutori.
In questa complessità stanno altre sfide che affrontiamo interagendo anche con Caritas, per l’assenza di un progetto sociale e le tante mancanze del PdZ Avellino per beghe politiche.

Sulle parole del Vescovo Aiello e del Procuratore Airoma, ma anche sulle mie considerazioni, aspetto di sentire i politici, la classe dirigente locale, come guardano all’umanità, i più fragili, come vogliono aiutarli o usarli, come vogliono sollevarli realmente dalla condizione di sudditanza, se vogliano agire e mobilitarci, insieme, per la dignità delle persone e per il Lavoro, come a noi ha insegnato Giuseppe Di Vittorio o ci chiede Papà Francesco?"